venerdì 17 giugno 2011

Autoctonizzazione

Sta accadendo di nuovo, e a me prendono attacchi di panico peggiori della notte prima degli esami.
La mattina incrociamo sempre lo stesso camion che trasporta sabbia e ci sta davanti per un pezzetto di strada. Lascio i bimbi all'asilo e le mamme cominciano a salutarmi. Esco dal nido della Principessa e faccio due parole con la barista e una signora che il cappuccino delle nove lo prende sempre li'. Alla fermata dell'autobus vicino all'ufficio ogni giorno trovo la signora filippina un po' incagnita. La cassiera del supermercato sa chi sono. Ernesto della piscina e Alberto degli allarmi mi chiamano per varie manutenzioni. I vicini di casa fanno ciao con la manina quando passo con i bimbi. In ufficio non sono piu' "quella nuova" e comincio a capire qualcosa del mio lavoro.

MI STO ACCLIMATANDO.
La vita sta cominciando a diventare NORMALE.

Brividi freddi. Tanti brividi freddi.

Mi sto acclimatando e ne sono terrorizzata, perche' so bene per esperienza che ogni volta che ci si siede comodi sul divano - nella Vita cum Valigia - puo' arrivare un tornado che ribalta me e il divano. Vale la pena di mettersi comodi o dovrei stare in piedi all'erta?
Si puo' vivere in piedi all'erta?

1 commento:

  1. Io dico BASTA. BASTA pensare al futuro. BASTA farti domande. Vivi, goditi la vita che hai adesso con i suoi momenti up e quelli down. Del domani non c'è certezza, andare sempre avanti con la testa è autolesionistico. NON pensarci!

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