venerdì 29 gennaio 2010

Ancora sulla medicina tradizionale

Stamattina mi sono presentata all'incontro bisettimanale di pratiche medicinali tradizionali e giuro che sentivo che sarebbe successo qualcosa di strano.
La Caccaguru (famosa per il suo interesse nei confronti dei movimenti intestinali di ogni suo paziente) ha cominciato a massaggiarmi la pancia e a fare lo screening di tutti i miei organi. Abituata ad avere ottomila blocchi per chackra, io mi facevo i fatti miei: pensieri, ricordi, liste della spesa... tutto quello che insomma puo' passare per la testa di una poveretta di venerdi' mattina. La voce di CG come una musica, i suoi occhi di elfo tutti concentrati nel provocare fitte di dolore fisico a destra e manca.
Poi CG si e' allontanata e ha cominciato ad armeggiare in un angolo. Al ritorno - con in mano un bastoncino dello spessore di un sigaro ma lungo tre volte tanto, tutta sorridente ha cominciato a spiegarmi quanto utile sarebbe stata la nuova pratica medica imparata dal suo Super Guru. A poco a poco la mia patina zen si stava consumando. Il colpo di scena di CG che ha dato fuoco al bastoncino e ha cominciato ad avvicinarsi al mio ombelico tutta minacciosa ha visto Mamma Lau saltare sui gomiti. Non piu' cantilena cinese tra di noi, ma freddo e professionale inglese "Lucy, if you burn me, I am going to kill you".
Ovvero, sta attenta perche' una sgarrup-expat come me non si lascia intornare fino in fondo e sono grossa il doppio!
Un po' intimorita, CG mi ha convinto a portare pazienza e ha cominciato uno strano voodoo trafumi di incenso e cantilene rivolte sempre ai miei poveri organi tutti bloccati. Poi ha messo lo stecco all'interno di una sorta di mazza da baseball in ottone - che altro non e' che un braciere dai mille buchini, e ha cominciato a tirare la pasta sulla mia pancia.
Male ha fatto male, ma alla fine e' stato rigenerante.
CG sostiene che perche' io ritrovi l'equilibrio dobbiamo andare avanti cosi' per un mesetto, ma e' sicura che ci saranno esiti positivi.
Io incrocio le dita e mi affido a questo elfo pazzo che mi accompagna ormai da un anno e senza le cui idee bizzarre forse l'equilibrio l'avrei trovato tanto tempo fa!

mercoledì 27 gennaio 2010

La vita continua...

La vita continua sempre, non importa cosa succeda. Il mattino dopo ti svegli e trovi la stessa faccia a salutarti allo specchio del bagno, non importa quanto hai riso o pianto. La vita e' vita, e va vissuta. Senza rimpianti, senza pensarci troppo, prendendo a mani piene tutto cio' che c'e' di buono e tirando avanti anche quando non sembra ce ne sia, di buono.
Fa freddo a Suzhou, in questi giorni, ma con le mutande di rinforzo e un paio di Uggs riesco a sopravvivere. Vago per viuzze costeggiate da canali, compro verdure senza nome che fanno parte della mia dieta da anni, continuo a postporre la palestra e sogno. Sogno tanto, faccio sogni sempre belli e mi concentro su me stessa. Sui nuovi progetti con Zio Matto e sul concetto di volersi bene che la mia Caccaguru sta cercando di imprimere nel mio cervello... il 2010 e' l'inizio dell'era dell'egoismo sano e curativo.
Questo post non ha senso alcuno.
Prendetelo come viene.

martedì 19 gennaio 2010

Il giorno di pulizia universale

Il Corriere di ieri sosteneva che il 18 gennaio 2010 sarebbe stato il giorno piu' triste dell'anno. Ebbene, pare proprio che oggi sia invece il giorno piu' pulito dell'anno, almeno qui in Cina! Tutta l'entrata del nostro palazzo era umidiccia di straccio alle 8 e mezza di mattina, quando accompagnato Buzz all'autobus. E la strada pareva essere anch'essa umidiccia di straccio. E poi sono rientrata e l'ayi delle scale stava pulendo di nuovo, e cosi' ogni volta che sono entrata e uscita di casa. Costantemente bagnati i pavimenti del supermercato, di Starbucks, della scuola e di nuovo del mio palazzo, al ritorno dalle commissioni giornaliere.
Vorrei tanto che qualcuno mi spiegasse che cosa succede oggi a Suzhou. E come dice Zia Nutella, che ci facessero sapere se dobbiamo prepararci a romperci l'osso dle collo da oggi fino alla fine delle festivita' del capodanno cinese...

Buzz e Streghetta crescono in Cina: L'ultima parola

Buzz e Streghetta crescono in Cina: L'ultima parola

L'ultima parola

Siamo tornati da due giorni e mi sento scoppiare. La Cina e' difficile, mi spazientisco per tutto, sono di pessimo umore. Spero che cambi presto perche' se no qualcuno mi mena, di certo, e non tra tanto tempo. Potreste leggere di me sul Corriere, a breve: "ragazza italiana - neanche piu' nel fiore dell'eta' - prende a calci lo sportello della banca Mingshen di Suzhou dopo avere atteso inutilmente per 30 minuti un cambio valuta", " casalinga italiana trentenne fa ingoiare un'intera testa d'aglio al venditore ambulante che ha cercato di fargliela pagare a peso d'oro", oppure anche "Italiana morde la mano di una passante cinese che accarezza sua figlia dormiente dopo ore di pianti".
Buzz si accompagna a me in questo shock da rientro. Ieri si e' rifiutato di andare all'asilo, sogna la maestra Maria e il suo amico Paolo. Litiga con suo papa'. Non dorme nel suo letto e mi stressa con richieste impossibili. Stamattina PGL ci ha sgridato perche' teniamo acceso il riscaldamento, e non ha senso stare caldi visto che ci sono almeno 5 gradi, fuori.
Io e il mio principino siamo scoppiati all'unisono:
"Guarda che impiego un secondo a prendere tre biglietti su internet e tornarmene a casa", ho fatto io. " Eh si, e poi ce ne andiamo all'Ikea e ci compriamo una casa solo per noi, tutta calda, a Brescia".
Evviva il gioco di squadra.

venerdì 15 gennaio 2010

Politica a 4 anni

Oggi ascoltavamo un notiziario alla radio, Buzz ed io.
Ad un certo punto il mio piccolo ha drizzato le orecchie, interessato da una notizia che mi sono persa, non chiedetemi perchè o per come. Buzz mi ha guardato esaltatissimo, spiegandomi quello che pensava non avessi capito: "Mamma, Berlusconi sta salvando il mondo!" Ha poi cominciato a cantare un "forza Berlusconi" che non riesco a capire da dove abbia preso, con me che lo guardavo bianca in volto e sconvolta. A 4 anni il mio bambino è più politicamente coinvolto di me, e non so se sia un bene.

mercoledì 6 gennaio 2010

Donne e rinascite

Questa la dedico a tutte le donne che mi sono accanto, telematicamente e non, e soprattutto a me stessa, augurandomi di trovare una strada splendente nel nuovo anno.
Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice: è finita. No, finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola. Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare. Così ogni giorno e questo noviziato non finisce mai. E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita. Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane. Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto. Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così". E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua. In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto tempo e ne hai buttata talmente tanta di anima che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata. Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine. Ed è stata crisi. E hai pianto. Dio quanto piangete! Avete una sorgente d'acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance? E poi hai scavato, hai parlato. Quanto parlate, ragazze! Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore. "Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?" Se lo sono chiesto tutte. E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E' qui; da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così scomposta in mille coriandoli che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti. Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te. Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa. Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente. Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta è come un diesel. Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa.

E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli. Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse". Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa. È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti...

martedì 5 gennaio 2010

Matrimonio - visione maschile

Che Buzz volesse sposare Stephanie lo si sa da tempo, ma il fatto che lui se ne ricordi sempre mi stupisce ogni volta. Non dovrebbe avere la memoria di un moscerino, a quattro anni? Voglio dire, gli ripeto tutte le volte che rientriamo a casa che non si getta per terra la giacca, e lui ogni volta mi guarda ocnun sorriso sghembo "me ne ero dimenticato"...

Oggi Nonna sgarrupina ha comprato a lui le figurine di Spiderman e a lei un sacchettino con dentro un mini-cavallino dalla chioma folta da pettinare. Ovviamente Buzz ha fatto immediatamente scambio, includendo nel contratto anche la sua bambola di Buzz, tanto era affascinato dal micro-quadrupede. Ha poi cominciato una lunghissima tiritera sul fatto che ha bisogno di almeno un altro cavallo per se (perchè ho due manine) e di tre per i suoi amici. Realizzando che magari ai maschietti potrebbe non andare di pettinare la sberluccicante bestiola, si è corretto: due gormiti per i miei amici, il cavallo per Stephanie.
Prima di andare a dormire mi ha ricordato che il cavallo deve essere acquistato al più presto, o quella non mi sposa!
"Amore, se una ti ama ti ama anche senza regalo".
"O no, non ne sono sicuro. Ricordati se mi sposo e faccio una festa, quando vieni porta tanti cavalli".

Quel bambino è un impegno cerebrale.
Buonanotte.

domenica 3 gennaio 2010

Una finestra sul passato

Oggi s'è sposato uno dei miei migliori amici, di quelli con cui chitarra e bicchieri di vino a guardare le stelle. Di quelli che ti hanno visto con i brufoli e riversa sul gabinetto con la peggiore delle sbornie. Di quelli che sanno che se ti portano al cinema dormi e non importa, basta stare insieme. Di quelli che non vedi tutti i giorni ma sai che ci sono sempre, a un metro o diecimila chilometri. Uno di quelli, insomma, a cui si augura di cuore che la vita sia buona e rosa e piena di lieto-fine. Tanto più che il mio amico si è sposato con la donna della sua vita, che si capisce da come due si guardano che deve essere lei la sua mezza mela, perchè io non l'ho mai visto così felice, lui.

Chiusa la parentesi romantico-speranzosa, voglio invece aprirne una sul fatto che il matrimonio di un amico può a volte diventare una finestra sul passato degli invitati.
Non parlo solo di me, che tornando in occidente ritrovo sempre con gioia gli amici di sempre - quelli che si contano sulle dita delle mani e per cui combatteresti draghi o ti getteresti nel fuoco, ma che sono a volte partita con pagine scritte a metà e cassetti lasciati socchiusi... Ragazzi, il matrimonio è un ricettacolo di storia personale!
Tu, invitato, hai tenuto legami forti con gli sposi, come di sicuro anche altre persone che hai perso o lasciato lungo il tuo cammino o che semplicemente aspiri a non rivedere mai più. A volte ti rendi conto che chi danza al tuo fianco si gira di scatto per vedere o evitare una persona. Al tuo fianco un'amica è stufa di collezionare bouquet, mentre l'amico scapolone si chiede se non sia meglio una vita di pannolini, e perchè non ce la fa, lui, a mettere la testa a posto.
All'uscita dalla chiesa, scoprendo che uno degli invitati era un ex-amore finito male e con cui non mi sono mai detta addio in modo appropriato, mi sono sentita invasa da sensazioni spiacevoli e - inspiegabilmente - sono entrata in panico all'idea di dover anche solo salutare il suddetto e l'attuale consorte.
Il momento del confronto è stato invece - grazie al Cielo ed ai miei amici/scudo - indolore e così veloce che ora mi chiedo come ho fatto a temerlo per anni.

A fine serata, scarpe in mano e capelli sciolti sulle spalle, bevo uno spumante delizioso, ballo ridendo a crepapelle e la musica scalda il cuore. Guardo i miei amici, sono fortunata: sono sì una finestra sul passato, ma un passato che voglio con me ogni giorno presente e futuro.
Torno a casa innamorata della vita e assolutamente vincente... e così mi auguro che si sentano anche tutti gli altri personaggi per cui oggi si sono riaperte pagine scritte a metà.

Amici cari, grazie per i balli, per gli abbracci, per le parole di questa sera magica. Di cuore.
Grazie.

Non so se sono capace

Ci sono cose per cui uno e' portato. Poi ci sono cose dove invece fai schifo. Quando purtroppo fai schifo in cose importantissime, all...