sabato 28 marzo 2009

Pacchi e pacchetti



Buzz ieri ha ricevuto un pacchetto dalla nonna. Abbiamo trovato il solito annuncio appeso alla porta, ad invitarci alla posta locale per ritirare una busta dall'Europa... e per la prima volta il mio cucciolo mi e' parso cosciente di questa cosa e l'ho visto crogiolarsi nell'attesa.
"Magari mi ha preso una pistola vera."
"Che cosa te ne fai della pistola vera?"
"Per uccidere i mostri, sai, quelli che vengono la notte quando c'e' buio."
"Non ci sono i mostri a casa nostra. Mamma chiude sempre le finestre."
"Ma magari passano da sotto la porta e salgono con l'ascensore."
"Se mai ci fosse un mostro in giro se lo mangerebbero, i cinesi. Stai tranquillo e niente pistole, che hai gia' quella di Buzz e quella dei pirati... e non sono vere, quelle?"
"No, non proprio... vedi, le mie pistole c'hanno il tappo e quando sparo non esce il fire (fuoco)."
Alle cinque di mattina era gia' in piedi, trepidante, e una volta ritirata la busta ha mollato tutto, incluse la sua tigre preferita e la torta al cioccolato appena comprata, e si e' catapultato da Starbucks. Presa posizione al nostro tavolo preferito - come ogni sabato in cui P.G.L. lavora e noi tre ci lasciamo andare a colazioni pigre e dolcissime - ha cominciato a scartare. Trepidante anche io, gli ho preso il pacchetto di mano per dividere la mercanzia... si e' ritrovato in mano un nuovo libro di "compiti" sugli animali del bosco e una Bibbia per bambini.
"Streghina, guardaaaaaaaaaaaaa! Guardaaaaaaaa! La nonna, la mia nonna mi ha mandato un regaloooooo!!"
"Sei contento amore?!"
"Si. Me sono felice. Me vuole bene molto molto alla mia nonnina".
Con una lacrimuccia e tanta nostalgia, ho cominciato a leggergli la storia di Gesu'. Buzz e' rimasto colpito da questa figura che ogni tanto gli viene nominata - tipo: se fai il birichino Gesu' piange - e che era tanto buona e che ha sofferto tanto a causa dell'ignoranza degli uomini. Aperta la pagina con la foto di Gesu' in croce e' sbiancato e mi ha chiesto spiegazioni. Ci ho messo tutta la mia memoria di catechismi e capacita' di addolcire materna e ho insistito piu' che altro sulla pagina seguente, dove Gesu' non era poi morto e in effetti poi vola in cielo.
"Come un supereroe?"
"Quasi".
"Mamma?"
"Dimmi, bestia."
"Me vuole mettere in corce Arthur, che e' sempre cattivo e mi morde all'asilo. Cosi' poi muore".
Oh mia. Ne abbiamo di strada. Ma tanta.

Il succo della storia non e' che Buzz e' in effetti sulla strada per il riformatorio, ma che Buzz ha cominciato a tessere il filo di seta. Quello che ci lega a casa. Quello che fa stringere il cuore quando si apre un pacchetto, perche' si pensa non al regalo, ma alle mani che lo hanno infilato nella busta. A quelle mani che lo hanno preso dallo scaffale, il libro. Allo scaffale stesso, anche quello familiare, della libreria vicino a casa. Al profumo e alla consistenza delle mani calde di nonna e alla voglia di farsi abbracciare.
La vita a volte non e' carina. A volte fa soffrire e quasi sempre non va come uno aveva sognato che sarebbe andata. Ma poi ci sono queste cose, che fanno sorridere e piangere allo stesso tempo. E allora ti dici che ne vale la pena.
Vale la pena di sentire la stretta al cuore. Vale la pena essere stanchi, distrutti, soli - a volte - e spaesati. Perche' poi non e' vero che si e' soli, e uno la forza la ritrova con un segno di amore mandato da lontano, che ti fa capire che c'e' qualcuno per cui vali la pena. Sempre. Qualcuno che ti pensa. Sempre. Qualcuno che e' casa. Sempre.
Siamo proprio fortunati ad avere una nonna cosi'.

martedì 24 marzo 2009

Mini-expatland

Buzz e' andato all'asilo per mezza giornata, visto che la terribile asmina ha attaccato di nuovo ed in questi giorni ha bisogno di un po' di areosol. Tutto felice di poter mostrare il suo nuovo berretto e la giacca della Ferrari acquistata ad Hong Kong, l'ho lasciato all'autobus, dove ogni mattina ci sono grandi rituali di saluto che - quando la giornata comincia bene - si concludono con interminabili sventolamenti di mani e baci mandati attraverso il finestrino.
Al ritorno, si e' presentato tutto orgolioso, con il pacco dei compiti che lui riesce a fare a stento (dovrei riprendere il discorso di: non si mettono i bimbi in classe per peso ed altezza ma per eta', ma sarebbe un discorso troppo lungo per questa sera) e un cartoncino- annuncio ai genitori, che diceva piu' o meno cosi':

Cari mamme e papa dei piccoli expat suzhouesi,
la primavera e' di nuovo qui, e con essa
ci godiamo giornate di sole al parco giochi
dell'asilo dei mini-expat!
Ricordatevi di munire i bimbi di cappellini e lozioni solari,
proteggiamo le candide pelli fintanto che siamo in tempo!

Inoltre, ci teniamo a ricordare che giovedi'
i bambini andranno in gita al parco taldeitali.
E' infatti giunto il fatidico giorno del "Teddy Bear Picnic"!

Ogni bimbo e' tenuto a portare il suo orsetto preferito
e una merenda preparata dalla mamma per quest'attivita'.

Io penso sia una cosa dolcissima organizzare, insieme ai settimanali corsi di cucina cioccolatosa, anche queste attivita' del tutto speciali per i piccoli expat di Suzhou. L'unico neo e' che il piccolo Buzz, interrogato da papa' su quale orsetto portarsi dietro (io tifo per l'ex-mio Pancake), ci ha guardato stupito:
"io non voglio portarmi un orsetto. Me porta il gatto Maramao, che me lo ha regalato la mia nonna".
"Amore, lo so che ti piace il tuo gatto, e lo porti tutti i giorni all'asilo a dormire, ma e' un teddy bear picnic, tutti gli altri portano orsetti".
"Me vuole solo il mio gatto".
"Gioia, solo pe run giorno, non puoi essere l'unico mini expat senza orso nelle foto".
"Gatto".
Cosi' e' finita la mia conversazione con Buzz... ma un bimbo che esce vestito da Uomo Ragno con calzamaglia di lana, sandali rossi "come quelli di Paolo" e giacca della Ferrari, come lo si puo' far ragionare?
Sono forse io una mamma troppo permissiva?
O forse sotto sotto ho anche io non piu' di dieci anni, e piacerebbe anche a me uscire con il costume da Trilli e il mio cuscino portafortuna sotto il braccio?

Per la cronaca: i sacchetti con i giochi sono stati presi e rovesciati. P.G.L. continua ad essere fermo sulle sue scatole di dimensioni errate, i bimbi ed io ci godiamo l'arrivo della primavera. Streghina ha quasi tagliato un palettone e si alza in piedi attaccata ai mobili, continua ad essere un mostro la notte ma e' bella come il sole e gliele si perdona tutte.
Tutto procede come al solito, ad expatland.

lunedì 23 marzo 2009

La mia vita con Gambalunga

Di ritorno da Hong Kong, dove abbiamo trascorso una mini-vacanza primaverile (sopresa del nostro papa' Gambalunga), mi ritrovo ad assemblare l'uomo ideale: la tartaruga e i deltoidi del giocatore di colore della nazionale di rugby inglese (che abbiamo conosciuto a colazione nell'albergo figo di HK), la testa di Fabio Volo, il conto in banca di Tiger Wood... Zia Golosa mi guarda un po' pensierosa: "ma di tuo marito metteresti qualcosa, nell'assemblaggio?".

Bella domanda.

E si, perche' l'amore e' cieco e anche se nell'assemblaggio forse non metterei pezzetti di gambe lunghe, poi ci sono mille cose che mi saltano in testa di P.G.L., che non rimpiazzerei con nessun deltoide al mondo.

Lasciamo stare i sorrisi, gli sguardi d'intesa, il modo in cui mi abbraccia e mi tiene la mano quando camminiamo... parliamo di cose serie:

1) IN OGNI FAMIGLIA CI DEVE ESSERE IL CAPO GRUPPO. E lui e' li', il Gambalunga. Venti metri davanti a tutti noi, comuni mortali. Anche quando, all'areoporto, non avendo parcheggiato lui la macchina non sa dove sta andando e prende svolte improbabili, che fanno ritardare tutta la carovana, lasciando indietro autista, moglie e passeggini.
2) APPREZZA IL MIO LAVORO DOMESTICO. Che io trascorra gran parte delle mie giornate a pensare a come soddisfare il panciotto di Gambalunga e' una cosa risaputa. Genetica, oserei dire, visto che nonna Sgarrup ancora fa cosi' con il mio fratellino (che Sgarrup non e'). Il fatto che poi mio marito ordini spaghetti bolognese in un cafe' di Disneyland Hong Kong e mi dica "Non male, pero'", giunge come una coltellata in mezzo alle scapole in un caldo pomeriggio di marzo.
3) E' GENEROSO E PAZIENTE. Ore due di pomeriggio di sabato. Tutto l'amore paterno e la pazienza di Gambalunga sono stati consumati definitivamente con visita ai giardini zoologici di HK. Prendiamo un taxi, si fa portare al mio centro commerciale preferito e tira fuori la carta oro della sua banca inglese: "io faccio dormire la Strega, voi due toglietevi di torno per un paio di ore. Ti prego. Toh, guarda, fatevi un regalo". La scena si conclude con Buzz ed io che usciamo di scena e ci diamo pacche sulle spalle sulla scala mobile del Pacific Place.
"Buzz, non so come fai, ma sei un grande".
"Eh si, mama, me sono magico!"
4) NON SI FISSA SU COSE DI MINIMA IMPORTANZA. Prendiamo per esempio i giochi di Buzz. Buzz ha una stanza e una miriade di giochi che, per legge, la sera devono tornare in stanza. Puo' buttare tutto all'aria durante il giorno, ma poi deve ritirare la mercanzia nelle sue due casse di plastica con rotelline e fare sparire il tutto prima dell'arrivo del generale. Stasera il generale ha deciso che il modo in cui sono organizzati i suddetti giocattoli non rispecchia il suo punto di vista sul mondo. Mentre Buzz ed io ci siamo fatti areosol e tre libri di storie, P.G.L. si e' chiuso in camera, separando macchinine, pistole e spade, giochi da baby, supereroi, dinosauri, peluche, travestimenti, lego, colori e miscellanee (non scherzo, ci sono anche le miscellanee). Dopo una buona mezzora di meditazione, e' uscito dalla stanza con la gnome serale. Il problema non e' il numero vergognoso dei giochi di Buzz, ma che non ha abbastanza scatoloni. Come ho fatto io a non pensarci prima? Non ha senso avere due scatoloni grandi, dovrei prenderne 10 medi, cosicche' le spade potrebbero stare divise dai dinosauri e Buzz potrebbe giocare in modo piu' organizzato.
"Amore, i bambini non vogliono giocare a 'spade'. Buzz combatte i dinosauri con la sua spada ed un esercito di macchinine che poi vanno a riposare nel castello del dragone insieme alla statuina di Homer Simpson".
"Ma... ma... e che ne e' dell'organizzazione?"
"A tre anni organizzare la spontaneita' di un bimbo si chiama abuso di minore".
P.G.L. ci ripensa, mi guarda intensamente e: "beh, allora insegna all'Ayi a mettere in ordine i giochi in scatole separate, se no divento pazzo".
Il motivo per cui lui debba diventare pazzo mi e' oscuro.
Mi rifiuto di fare impazzire la di gia' non tanto furba Ayi con le sue richieste folli e sono sicura che le sue buste di plastica con giochini separati verranno rovesciate per terra e mischiate con gioia dal piccolo Buzz in meno di 24 ore!
5) HA DEI VALORI FERMI IN CUI CREDE.
Un anno prima di concepire il piccolo Buzz
"Le armi sono ineducative. Assolutamente, io non ho mai posseduto una spada o una pistola e penso che sia assolutamente da idioti permettere ai propri figli di giocare con armi finte... blablabla...
Un anno dopo la nascita di Buzz, nonna ed io gli abbiamo preso una pistola ad acqua.
"Ecco, si comincia con la pistola ad acqua, e poi diventano bulli a scuola...blablabla"
Una settimana fa
"Mamma, guarda che bella la spada stellare di Buzz che mi ha regalato papa'!!!"
Stasera
"...blablabla... ci vuole una scatola separata per spade, pistole e armi varie... blablabla"

Ma soprattutto... al di la' di scherzi, screzi, differenze e sbuffi, non potrei immaginarmi mai a fare la mamma a fianco di un papa' che non sia lui. Il papa' Gambalunga. Con mille difetti e centomila pregi. L'uomo che amo anche quando lo vorrei vedere appeso ad un ramo per le orecchie. La mia dolce meta', dal cuore grande e lo sguardo dolce.

E poi... come si dice... Dio li fa e poi li accoppia!

martedì 17 marzo 2009

Una primavera per immagini

Scorpacciate di suzhi-sashimi in uno dei tanti "all you can eat and drink" della citta'.
Il cielo e' azzurro anche ad Horizon Resort!

I mini expat pescano ratti nel canale.

Streghetta corre verso l'indipendenza sul suo girello.

Buzz cavalca dinosauri a Times Square.



Per voi. Per sentirsi piu' vicini, un piccolo scorcio di primavera suzhouese, che noi ci godiamo anche se impestati di raffreddore.

lunedì 16 marzo 2009

La vita nel mondo di Barbie

Della vita nel mondo di Barbie parlo spesso. Qui ci sono giardini in cui non si lascia appassire neanche un fiore, neanche in pieno inverno, che una schiera di giardinisti si fionda al recupero dell'equilibrio totale. I viottoli del compound sono lustri e d'estate i bambini si aggirano a piedi nudi fra un parco giochi ed un laghetto. Le guardie camminano e perlustrano ogni angolo senza interruzione e si comunicano con radiolina qualsiasi "sospetto" nell'arco delle 24 ore. Gli occidentali sono trattati con piu' veemenza (almeno da noi. Se si va in un residence senza ristoranti e negozi bisogna dare l'indirizzo della persona che si intende visitare e ci si mette in contatto prima di acconsentire all'accesso), ma i cinesi devono mostrare ID ed aver il permesso del management per entrare nei muri dorati di Horizon. Le ayi sono tutte registrate all'ufficio di amministrazione: devono portare carta d'identita' e certificato medico.
In questa gabbietta dorata, in cui alle dieci di sera posso passeggiare nel boschetto al buio piu' completo senza sussultare se avverto una presenza dietro di me (e' sempre lui, lo shushu protettore), ieri sera si e' verificato l'ennesimo "miracolo".
Immaginate l'Italia. Domenica sera alle nove e mezza. Una porta di casa che - per magia - non ha chiave ma un codice segreto che permette l'entrata. Immaginate noi, la famiglia Sgarrupina, che torna dalla pizza settimanale con bimbi stanchi ed esagitati e - tada' - amico americano di Papa' Gambalunga invitato per cena, gia' dirottato su un ristorante visto che c'era il sole e non avevo voglia di cucinare, quindi invitato a casa per un bicchiere di vino (portato da lui) prima di rientrare in quel di Changshu. Arriviamo davanti alla porta di casa.
"'More, il codice".
"Ma non lo sai ancora? E'..."
"No, certo che lo so, lo faccio venti volte al giorno. Solo, non funziona".
"Impossibile" l'ingegnere si fa avanti, "faccio io, guarda. Ah, non funziona!"
Ci crede ma non ci crede. Lo ripete all'incirca una sessantina di volte, lucine rosse e verdi si alternano a terrificanti beep, l'americano decide di andare a casa, il vicino di casa esce in soccorso e offre bicchieri d'acqua, e io... io prendo Buzz, e decido che di ingegneri che digitano, vanno a casa e offrono acqua non me ne faccio nulla. Andiamo dagli shushu del cancello che, essendo maschi, cominciano anche loro: "ma non ti ricordi il codice?" Si, me lo ricordo, ma non funziona. "ah, e dov'e' la chiave?" se avessi la chiave l'avrei usata da tempo, stordito.... Dopo un paio di minuti di convenevoli mi dicono che una soluzione ci sarebbe, ma costa sui 15 euro e non sanno se siamo d'accordo a pagare. Ho due bimbi piccolissimi fuori di casa dal mattino, sono le dieci di sera e ho i tacchi che ormai hanno provocato di sicuro un paio di stigmate al tallone, secondo te preferisco la notte all'addiaccio che spendere 15 euro? Chiama lo scassinatore di fiducia, shushu.
Lo scassinatore arriva in 10 minuti, profesisonalissimo con diecimila attrezzi. Apre casa senza danneggiare la cassetta del codice e ci consiglia di non usare pile cinesi, che fanno schifo. Lui compra solo Duracell.
Con quest'ennesima chicca di saggezza orientale e considerando che forse in Italia sarei ancora all'addiaccio, vi auguro una buona settimana...

sabato 14 marzo 2009

THE MAMA TEST

Prometto che prima o poi lo traduco. Per ora godetevelo cosi'... me l'ha mandata una mamma suzhouese...

I was out walking with my 4-year-old daughter. She picked up something
off of the ground and started to put it in her mouth. I took the item
away from her and I asked her not to do that. 'Why?' my daughter asked.
'Because it's been on the ground; you don't know where it's been, it's
dirty, and probably has germs,' I replied. At this point, my daughter
looked at me with total admiration and asked, 'Mama, how do you know all
this stuff? You are so smart.' I was thinking quickly. 'All moms know
this stuff. It's on the Mama Test. You have to know it, or they don't
let you be a Mama.'
We walked along in silence for 2 or 3 minutes, but she was evidently
pondering this new information.
'Oh.....I get it!' she beamed, 'So if you don't pass the test you have
to be the dad.'
'Exactly,' I replied with a big smile on my face.

giovedì 12 marzo 2009

Ciuciata viva

Mi sento ciuciata. Senza forza fisica e psicologica, sopravvivo alla vitalita' di Buzz e ai capricci sempre piu' incalzanti di Streghetta. Cucino per Papa' Gambalunga e per le expat fighe di Suzhou e ospito il famigerato baby group fingendo non chalance mentre cerco di nascondere perle di sudore da ultimo minuto.
Un giorno e' bello e quello dopo piove, ed e' anche solo questo un motivo di ansia. Non so cosa succedera' nella mia vita tra tre mesi e mi manca il respiro. Mi mancano le persone che amo e mi punge dentro. Mi rattristo di essere lontana quando sento c'e' bisogno di me e mi arrabbio con me stessa e con il mondo e odio questo perenne senso di colpa che mi divora.

Ci sono nata, con il senso di colpa, io. E' insito in me, attorcigliato ad ogni mia cellula in un groviglio di nodi di cui non si trova ne' capo ne' fine. Anche se so di essere innocente, a volte, ho sempre paura di aver commesso chissa' che oltraggi. A mia insaputa.
E' brutto vivere con il senso di colpa, perche' tutto il resto perde un po' senso. Perche' non si riesce ad essere felici se non si e' tranquilli e non ci si sente a posto con il mondo.

Io credo che si dovrebbero accettare le situazioni che non si possono cambiare e goderne i risvolti positivi, che in ogni situazione esistono se si sta un po' a cercare. Non sempre la vita e' perfetta e non si sa mai che cioccolatino capitera' quando si pesca dalla scatola (e io sono sfigata e mi capitano sempre quelli all'arancia o con mousse immangiabili. A me che piace nera e amara, la cioccolata), ma io credo fermamente che tutto capita per un motivo e se qualcosa capita vuol dire che siamo pronti ad affrontarlo. Credo fermamente che se uno si rompe una gamba e sta seduto a piangere con la sua gamba rotta in mano invece che correre all'ospedale allora non e' piu' un poverino. Credo fermamente che nessuna vita sia perfetta, che esistano pero' persone che ci lavorano, a rendere le sfighe un po' meno sfigate. Non vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e sono consapevole che a volte e' molto ma molto vuoto, ma se ci si lascia sopraffare dagli eventi allora nulla ha piu' senso.

Allora tiro un respiro fondo, caccio giu' il senso di colpa, la tristezza e la malinconia e mi dico che poteva andare molto peggio. Che non e' male vivere in questi residence pieni di shu shu vestiti da militari che vegliano sulla mia incolumita', che schiere di ayi tengono tanto pulito in terra che posso lasciare che mio figlio vaghi per il giardino murato in cui viviamo a piedi scalzi e che forse da qualche altra parte non lo lascerei neanche giocare se non strettamente sorvegliato perche' i parchi sono infestati di rifiuti e siringhe e.
E mi godo i preparativi per i vari ritorni a casa, la corsa a prendere regalini, la voglia di mangiare quel gelato speciale o anche solo di sedere in cucina a bere un caffe' che come lo fa la mamma non lo fa nessuno. E se devo aspettare 5 mesi per essere in quella cucina, allora li aspetto e tengo duro. E non mi sento sfigata, perche' avere la possibilita' di sedermi al tavolo di marmo di mamma ne vale la pena.

Sorridiamo. La vita ne vale la pena.
La mancanza di sonno mi rende poetica.

L

lunedì 9 marzo 2009

E' primavera


Chuntian laile! 春天来了! E' primavera!

L'aria oggi sa di buono ed i mostri ed io ci siamo svegliati con il sole negli occhi (niente imposte in Cina...) ed un cielo quasi blu che ci ha fatto subito venire voglia di sorridere.
Buzz - che ora vuole essere chiamato Ben10 come il suo nuovo supereroe preferito - e' partito per l'avventura "asilo cinese" con il sorriso sulle labbra e un ENORME orologio per trasformarsi in diversi tipi d'alieni al polso. Lo mette anche a dormire, e' il suo nuovo amuleto, che mamma e papa' gli hanno regalato ieri in una giornata di meraviglie che si e' snodata tra giostre, visita a negozio di giocattoli, gruppo di lettura del Bookworm e due ore di golf con papa' Gambalunga e i bimbi sgarrupini.
Con i bimbi al parco giochi, pieno di mamme e di piccoli dai mille colori ed eta', ci siamo seduti per terra, su un telo con disegni felici, e ci siamo goduti questo pomeriggio di sole in expatlandia. L'ansia di ieri si e' un po' allontanata e con essa anche i brividi dell'inverno. Comincia una stagione di laghetti e fiori, profumo di anice (non chiedetemi perche'') nei vialetti di Horizon e voglia di godersi ogni secondo.

La piccolina accoglie la nuova stagione in un poncho a righine dai colori vivaci, il mio mostro riconoscendola come un'amica che viene da lontano.

Mamma Lau non ha mai "visto" tanti colori avvicinarsi in un primo giorno di primavera. L'amore per i miei cuccioli trasforma gli alberi, la luce, i rumori e gli odori e crea intorno a me un mondo di meraviglie, con pesciolini rossi che guizzano in stagnetti luccicanti di sole e segreti da scoprire dietro ad ogni aiuola. I bimbi mi insegnano a girare per strada sorridente, salutando tutti gli shushu e le aiyi e aspettandosi un saluto di risposta. E' come se per la prima volta da tanto, tanto tempo la sentissi veramente dentro, la primavera. Come quando ero bambina, e si usciva in bici e il lilla' di mamma riempiva le narici all'uscita di casa.

Sono nata per fare la mamma.

Fare la mamma mi rende cosi' felici che ho visioni migliori di schiere di discotecari impasticcati.

I miei bambini sono una droga, e non hanno effetti collaterali se non l'eventuale nottata in bianco.

Non vorrei la mia vita in nessun'altra maniera.


venerdì 6 marzo 2009

Superpoteri

Esco dalla camera dove ho appena messo a dormire Streghetta, e lo vedo. Con il musino schiacciato contro al vetro della finestra del soggiorno, che a distanza di circa 3 secondi grida ripetutamente "fuochi d'artificiooooooooooo!?!?!?".
Suo padre interviene prima di me "Buzz, non lo vedi che non ci sono i fuochi stasera?"
"Fuoooochiiii!?!?"
"Insomma, piantala, non urlare! Non ci sono i fuochi".
Il mio piccolo uomo si gira scocciato, guarda questa persona che NON capisce dritta negli occhi, e sbotta, come se fosse la cosa piu' naturale del mondo: "Lo vedo che non ci sono, non sono cieco. E' per questo che li sto chiamando!". Poi ricomincia, testardo e convinto: "Fuochiiii!?!?".

Io rimango basita. Vorrei ogni tanto entrargli nella testa e poi scrivere tutte le storie fantastiche che noi adulti non possiamo neanche concepire e che vivono reali e belle nel cuore dei nostri bambini.

giovedì 5 marzo 2009

I mutandoni di lana


E' da anni che vengo presa in giro da mio marito che sostiene che Buzz con le calzamaglie di lana assomiglia ad una ballerina... poi arrivo in Cina, e mi rendo conto che i locali mi guardano pieni di ammirazione: una Nasona che mostra finalmente di sapere come vestire un bambino!

Tutti i cinesi indossano imutandoni lunghi a partire da ottobre fino ad estate inoltrata, quando a poco a poco cominciano a destratificarsi con l'innalzarsi della temperatura. Buzz se ne va in giro orgoglioso delle sue calze rosse e siamo tutti in salute e felici. Stamattina, pero', tutte le calzamaglie erano o sporche o bagnate (il fatto che piova piu' o meno interrottamente da 3 settimane non e' d'aiuto con il bucato)... mi sono fatta prendere da un momento di panico: di sicuro si sarebbe ammalato e io mi sarei sentita in colpa a vita per quest'unico giorno senza mutandoni.

Meno male che Buzz e' furbo e impara dai locali: e' andato a prendere un paio di braghe del pigiama a strisce e le ha infilate con non chalance sotto i suoi pantaloni mimetici.

Problema risolto.

Buzz in mutandoni. Forse che siamo in Cina da troppo tempo?

martedì 3 marzo 2009

L'importanza della cacca - interpretazione libera

Questa e' la cacca perfetta. Cosi' perfetta che non riesco a lasciarla andare... e quasi quasi me la porto a letto invece dell'orsetto!
Che i cinesi fossero fissati con salute, equilibrio e funzioni corporee ero a conoscenza, ma quando mi e' arrivata l'email della mia Guru della Disintossicazione, questa sera, stentavo a credere quello che ho visto! E visto che non esagero - anche se molti dei miei lettori non credono a meta' di quello che dico - ecco un riassunto del "Trattato sulla cacca perfetta" di Lucy Pollice D'Acciaio, la mia massaggiatrice/guru di fiducia.



Questa e' di nuovo la cacca perfetta, cosi' bella che quasi vale la pena di abbracciarla.
La cacca secca e le cacche molliccie, fangose, miste, acquose e magroline indicano che il colon e' irritato e non va bene. Si creano blocchi dovunque, il corpo non funziona, tutto rallenta: la pelle diventa secca, il metabolismo si blocca, la pelle sotto i piedi cresce a dismisura e uno ha bisogno di mille pedicure al mese. In piu', a detta di Lucy, anche il fatto che la circolazione sia lenta e che una si trovi - per esempio - con la cellulite sul sedere, beh, dipende dalla cacca! Attenzione, studiatevi bene le cacche di serie B prima dell'arrivo dell'estate!
E poi correte al primo centro di benessere cinese per farvi un ciclo di acupressione sui punti dell'agopuntura e di guasha lungo i meridiani.
Lucy sostiene che se, per esempio, uno c'ha male alla spalla, allora all'altezza della spalla si crea un blocco che non fa fluire il QI (flusso di energia) e ne risente tutto il lato del corpo coinvolto, fino ai piedi.










Qui sotto, la cacca perfetta no. 2: e' la cacca a banana! Il consiglio della guru: non tirate subito l'acqua, analizzate la vostra pupu' e vivrete mille anni.


E infine, come non riportare l'immagine dell'intestino al lavoro? Il riferimento pupu'-pasticceria mi ha fatto venire i brividi!




Buona pupu' a tutti.
Buona notte.
























lunedì 2 marzo 2009

Buzz: nuovi aforismi

Sulla compagna di classe braziliana, una bellissima bimba dai lunghi capelli inanellati:
"Si, carina... ma ha i capelli troooppo rotondi!"

Sullo shopping:
Ieri Buzz si e' impuntato di fronte ad un negozio di fakes, in cui e' stato stregato da una polo rossa della Ferrari e una felpona con cappuccio amaranto simil-surfista. Abbiamo contrattato, litigato, ci siamo aggiudicati il malloppo e, ovviamente, abbiamo subito provato la mise, una volta a casa.
Guardandosi allo specchio: "Ahhh... proprio un nuovo Tomas!"

Su la chiesa fricchettona della domenica, in expat-land:
"Mamma, ma perche' devo andare DI NUOVO a cantare 'Happy Birthday Jesus?'"
NB: lo dice facendo la ola con le manine, proprio come gli invasati americani e/o filippini a cui ci andiamo tristemente mischiando.

Su le nuove generazioni:
"Mamma, credo che devo portare un telefonino a scuola. Il mio amico ce l'ha".
Spero intendesse un cellulare giocattolo. Non ne sono certa.

Sulla nuova amichetta:
"Non voglio andare dalla maestra Marika. Me vuole solo giocare con Rebecca. I love Rebecca".
Sui genitori di Rebecca e che cosa ne penso, seguira' forse in futuro un altro blog. Sempre che io mi riprenda dall'incontro di ieri.

Su la sua mamma ( e prima di riportare quest'ultima mi asciugo ancora le lacrimuccie, tutta commossa):
"Mamma, oggi ho detto alla mia maestra che tu sei VERY FANTASTIC".

Grazie amore.

Non so se sono capace

Ci sono cose per cui uno e' portato. Poi ci sono cose dove invece fai schifo. Quando purtroppo fai schifo in cose importantissime, all...