martedì 30 giugno 2009

Paese che vai...

Paese che vai, usanza che trovi. A volte l'abbracci, a volte non ci riesci proprio... e se e' vero che qui nascono milioni di bambini all'anno e che tutti vengono cibati, allattati e cresciuti con prodotti locali, Mamma Lau ha fatto salti mortali e ha chiuso mille occhi, ma certe cose...
Vada per il risotto al loto, che alla fine non e' cattivo e pare faccia miracoli per la pelle (Strega mi ringraziera'), ma sui banconi del reparto infanzia non e' raro trovare prelibatezze come la polvere per zuppa di ossa e alghe. E io mi rifiuto, e pago e importo chili e chili di farine e omogenizzati.
Il problema, a questo punto, e' che essentdo Strega tutt'altro che inappetente, i vasetti sono da lungo andati, e le farine pure. Impuntandomi sul discorso melamina e quant'altro, sono corsa a Shanghai per assicurarmi dei cereali d'importazione per la poccola imperatrice, ma quando sono tornata a casa con una scatola di cereali da 150g per sette euro, Papa' Gambalunga mi ha imposto di trovare alternative... e a ragione!
Meno male che la mia piccola e' la bebe' dallo svezzamento piu' riuscito che si sia mai vista, nel senso che - a un anno - le mancano solo le cozze ma tutto il resto e' stato sperimentato!
Sognando i plasmon puciati nel latte, ci giostriamo tra biscotti delle principesse, torte fatte in casa, persino muesli, ogni tanto. Ma la zuppa di ossa e alghe, quella no.
E' una questione d'orgoglio nazionale.



lunedì 29 giugno 2009

Ma quanta vita ci sta in una giornata a Suzhou?







Sono le cinque di mattina quando sento un urlo provenire dalla stanza dei bimbi. Impossibile. oggi non c'e' scuola e li ho messi apposta a letto due ore dopo il solito. Lo strillo si fa piu' acuto. E' Streghetta e pare disperata e a me non resta che sperare che Papa' Gambalunga faccia qualcosa visto che lui in piedi lo e' gia'. Nulla.
Mi alzo di malavoglia e lo trovo ancora attaccato alle sbarre del lettino. Lui, Buzz.

"Mamma, mammina, me e la mia sorellina non abbiamo piu' sonno! Buongiorno!"

Papa' Gambalunga pare sparito; so che c'e' perche' lo sento ma non si fa vedere... io prendo le due creature e mi butto a letto, lottando e sperando che si addormentino ancora per un po'.

Oggi con le speranze siamo partiti male.

Mi alzo. Taglio la torta che ho fatto ieri notte per colazione e ci sediamo tutti e tre al tavolo a raccontarci storie. In soggiorno pare che sia appena scoppiata una bomba. Il bagno non e' da meno e cosi' pure le camere da letto. La cucina e' decente solo perche' ieri sera pizza da Mario's, cosi' vi ripongo i piatti della colazione, giu' nel lavello, tanto per mantenere la media.

Cambio pannolino, cerco vestiti, preparo la bambina.

Sedo l'animo del piccolo di fronte ad un cartone di fate e lo lascio in mutande ancora per un'ora mentre cerco di fare un po' di ordine prima che arrivi la Tata Imbranata.

La Tata Imbranata tarda... le avevo detto che poteva fare con piu' calma, visto che non c'e' scuola, ma e' gia' in ritardo di due ore! Mi maledisco per aver lasciato capacita' di interpretare ad un cinese e inciampo in un pezzo di costruzioni.

Mi preparo e preparo Buzz, che e' d'accordo con me sulla maglia di Topolino regalata da Nonna Sgarrupina. Rendendomi conto che Buzz possiede all'incirca 40 t-shirt, colgo l'occasione al balzo e ne butto una decina delle meno popolari in una busta da consegnare alla domestica di una conoscente rumena, che va in cerca di vestiti per suo figlio di 4 anni.

Arriva Tata con mille sacchi di frutta e verdura e comincia a riempirmi la testa di cifre e colori. Le do un paio di dritte su dove riporre la roba e su cosa prepararmi per la cena e, afferrando i pupi, me ne esco con un "ci vediamo a pranzo".

Per strada incontro zia Nutella, che tutta allegra sotto la pioggia propone una gita all'Auchan con i bimbi. Ora, premetto che l'Auchan di Suzhou e' paragonabile solo al settimo girone dell'Inferno Dantesco - quello dei violenti: nonnine si picchiano per la promozione dell'olio, mamme usano bimbi come scudo nella lotta a chi si accaparra il maiale macinato e tutti - ma dico tutti - spintonano per capire cosa ha nel carrello l'occidentale. Sono mesi che mi rifiuto di entrarci, all'Auchan, sopportando le spesso malriuscite spese online. Eppure, forse per stanchezza, mi sembra un'idea perfetta, tanto piu' che l'hanno raddoppiato di dimensioni dall'ultima volta che l'ho visto, l'Auchan. Chissa' quanto sara' lunga la coda per le uova!

Arrivati all'Auchan Buzz diventa malinconico. I baskettini delle promozioni sono come quelli dell'Auchan di Nonna, la zona elettrodomestici e' proprio come quella di Nonna. Mi fa spostare tutta la mercanzia per sedersi in fondo al carrello proprio come lo fa sedere la nonna e cerca disperato le giostre e il banco del Granbiscotto. Riusciamo a sedarlo solo con un ventaglio con l'ologramma di una tigre e uno yogurt da bere. Strega dorme quasi tutto il tempo e la spesa si fa.

Nello scendere dal taxi, al nostro rientro, ci troviamo di fronte alla famiglia Zhang: Luke Falco, Dolly Fatina e il dolce Baby Noah sono venuti a trovarci!
Entrano in casa, Luke ha i piedi neri ma non oso dire nulla perche' mi mette in mano un'anguria e distribuisce fiaschette di grappa del suo villaggio. Un liquore prezioso e introvabile, che ai tempi era il preferito dell'Imperatore!
Ripongo le fiaschette e mando Tata in cucina a tagliare l'anguria. Cerco di non guardarla in cagnesco visto che la casa e' il cesso che ho lasciato questa mattina e che l'ho beccata sul fatto a rientrare insieme a noi da chissa' dove!

Accorgendoci che sono quasi le dodici, zia Nutella ed io ci facciamo forza e proponiamo una spaghettata! Basilico del mio terrazzo, pomodori della Tata e spaghetti Zara... che profumino!

Noah va a nanna nel letto di Sophie e noi tutti ci mettiamo a tavola a far cagnara succhiando spaghetti e progettando business di basilico cinese e ricette di cucina alternativa.
Dopo pranzo Buzz e Luke si mettono a guardare i cartoni e giocano un po' a fare kongfu. Noi donne godiamo dei muscoli del Falco che propone posizioni acrobatiche, e i bambini si fanno stanchi... il rituale della nanna viene rimandato ad oltranza perche' Noah non si veglia e poi quando si sveglia deve venire di nuovo allattato e poi piove e.

Alla fine zia Nutella e Mamma Lau si dividono i bimbi e tutti a nanna!, poi di corsa a portare la spesa dall'altra parte di Horizon e di ritorno da me.

La casa continua ad essere un cesso.

Oggi non e' giornata neanche per Tata, pare proprio.

Disperata, prendo i miei poppi e li porto a passeggiare sotto la pioggia, consegno le maglie di Buzz alla Tata della consocente rumena e ci fermiamo a giocare con la sua bimba, che tira di continuo scarpe in testa ai miei figli, che di continuo vengono incitati a non reagire.
Torniamo a casa - che e' ancora un cesso ma la Tata e' scomparsa - e preparo le cotolette cosi' non si litiga a cena. Mangiamo di nuovo, sempre noi tre, e poi accendiamo un secondo i cartoni.

Arriva Papa' Gambalunga, che fa commenti su come di sicuro ci sono stati cartoni accesi tutto il giorno, e io sono pronta ad urlare, ma invece servo il chicken masala e poi comincio la routine della nanna e metto giu' i bambini.

Buzz va nel lettone con papa', quindi sto qui a scrivere al pc perche' la mia unica altra alternativa e' il letto durissimo di Buzz e non mi ispira per niente.

Intanto chiacchiero con chi c'e' e preparo traduzioni per la settimana.
Sono un po' stanca.

Ore dieci e mezza, mi ricordo dopo due settimane di strizzate di cervello essicato che Benigni si chiama Roberto. Lo scrivo a tutto il mondo su Facebook - chissa' che qualcun'altro ci perda le notti - e vado a nanna cercando di trovare la risposta all'ultimo quesito irrisolto. Qualcuno conosce il participio passato di "prudere"?

Il puerperio - 月子Yue zi.



Che appena una partorisca abbia diritto sacrosanto ad un po’ di riposo e’ un dato di fatto. Che il suddetto riposo non sia proponibile almeno fino a dopo la laurea del poppo e’ cosa risaputa.
Che i cinesi debbano essere complicati anche in questo non e’ neanche da chiedere.

Forse molti di voi non sanno che uno dei riti tutt’oggi più seguiti in questo paese, che si autodefinisce “Tutto sotto il cielo”, e’ quello dello 月子Yue zi, ovvero il puerperio: un periodo di 40 giorni dalla data del parto, in cui mamma e bebè devono osservare una serie di regole millenarie, allo scopo di proteggersi da spiriti malvagi e malattie.

La mia amica Dolly Fatina ha appena avuto un bimbo. Un folletto adorabile, di una bellezza sorprendente in un neonato, ma non in questo, visto che il suo papà – se non proprio un’aquila – e’ il ragazzo cinese più bello che io abbia incontrato a Suzhou.

Ma Luke Falco non e’ il soggetto di questa nostra chiacchierata.

Il soggetto e’ Dolly Fatina, che arranca da mesi nel tentativo di seguire le usanze occidentali, al punto che quando le ho suggerito – visto che a due settimane dal parto andava ancora in giro in motorino senza casco – di proteggersi la testa con un elmetto, si e’ presentata tutta orgogliosa con un cappello di paglia rosa porcello a tesa molto larga. Non ricordandomi come si dicesse casco, le avevo spiegato che avrebbe dovuto mettere un cappello protettivo contro le cadute. Chissa’ come ha pensato fossero strane, le usanze occidentali!

Per quanto possa far sorridere che in una terra lasciata senza Dio la gente creda ancora fermamente agli spiriti, ridere non fa la povera Dolly Fatina.
Di per sé Cristiana, di un cristianesimo che ancora non riesco ad decifrare – canti di chiesa invece della suoneria del cellulare e via dicendo – lei agli spiriti non ci crede.
Assolutamente.
Purtroppo lo stesso non vale per il sopramenzionato Luke Falco e soprattutto per la sua mamma, che si e’ prontamente trasferita a casa di Dolly per aiutarla ad attraversare tutti i riti di passaggio dello Yuezi.
E pensare che la mia povera amica era riuscita a sfuggire alla propria, di famiglia, che aveva cercato di chiuderla in casa durante l’ultima visita al paese natio: a circa 12 di ore di autobus a dieci giorni dal termine!

Il mantra di Nonna Falco recita:


E’ necessario proteggere madre e figlio e ogni contravvenzione potrebbe essere fatale!

Mentre alcuni dei precetti possono essere assimilati al buon senso comune (non fare esercizio fisico), altri sono – al mio occhio – piuttosto bizzarri:

Tre giorni dopo il parto nessuno puo’ visitare la mamma, che e’ al colmo della propria vulnerabilità: tutti i pori sono aperti ed e’ meglio che si trattenga all’interno della propria stanza per tutto il puerperio, con l’unico lavoro di riprendersi e prendersi cura del proprio bebè.

Il freddo e gli spifferi sono dannosissimi, la camera va sigillata e pulita a forza di ramazza in ogni suo angolo.

La mamma dovrebbe indossare una fascia per capelli e lavarsi lo stretto necessario, evitando accuratamente piedi e capelli, per favorire il circolo del sangue. Non farsi la doccia per 40 giorni pare eviti l’artrite reumatoide in vecchiaia… e per quanto la riprova dell’assurdità di questa regola sia ben visibile in vecchietta curva che si incontri per strada, molte donne tappano il naso e rispettano la tradizione.

La dieta deve essere noiosa e ipercalorica e tutto il cibo deve essere consumato CALDO: pesce, carne, spezie propizie e dilatanti, zuppe unte e teste di pesce.
Pare vadano evitati come la morte i lychee e l’anguria, che secondo la medicina tradizionale cinese infuocano la donna e rendono il latte cattivo.

Pur con la suocera alle calcagna, Dolly e’ riuscita a lavarsi pressoché quotidianamente aspettando che questa uscisse per la passeggiata mattutina.
La Fatina ha anche avuto il permesso di uscire, anche se sempre scortata dal marito. Che Nonna Zheng pensi che essendo Luke Falco un bel pezzo di figliolo possa spaventare gli spiriti cattivi? Non so. E non lo sa neanche Dolly, che oggi a pranzo mi ha confessato che domani e’ l’ultimo giorno di Yuezi e lei non vede l’ora di riacquisire la propria libertà.
Certo che dover vestirsi di tre strati di vestiti e bere solo acqua bollente nel luglio suzhouese deve proprio mettere alla prova la sua fede! Oggi mi faceva pena, mentre guardava tutti noi che gustavamo una fetta d’anguria mentre sorseggiava acqua calda.

In piu’ ha avuto a che fare con me, che ho fatto si che tradisse alcune delle regole piu’ importanti, quali il non far complimenti al neonato per non attirare l’astio dei fantasmi e il non scattare fotografie che potrebbero rubare l’anima. Scusa, Fatina Dolly. Scusa, mio adorato Baby Noah.

PS: pare anche che chi nasce senza fretta e soprattutto via cesareo sia propenso a causare grandi mal di testa ai genitori per tutta la durata della propria vita. Guardo i miei figli e forse comincio a credere alle credenze popolari. Spero tanto che sia valida anche quella che sostiene che se il bebè ha molti capelli sarà per sempre baciato dalla fortuna. Evvai Streghetta!

lunedì 22 giugno 2009

35 gradi. Senza ombra.










35 gradi senza ombra e con un’umidità’ che abbiamo preso ad uscire con maschera e boccaglio. Come dice Buzz: “sono tutto sweaty (sudato), andiamo a cercare un po’ di freschino. Vedi (mostrando il bracci otto grondante)? Mi sto sciogliendo”.
E dove si trova il freschino nella Suzhou di fine giugno?
Non al parco, ne’ vicino al laghetto. Le finestre al terzo piano le teniamo serrate perché non appena si aprono veniamo investiti dal muro dell’umidità’. Abbiamo provato, alla cinese, a tirarci su le braghe e ad arrotolare la maglietta in modo da lasciare scoperta una buona fetta di pancia, ma niente. Nulla aiuta. Ne’ il cocomero ghiacciato, ne’ la tisana di limonaria. Ne’ i mini-ventilatori da passeggio, ne’ l’acqua di rose vaporizzata sul viso. Bere bibite ghiacciate fa venire ancora piu’ sete, la birra e’ da escludere per le calorie, le docce si susseguono durante la giornata, tra un bagno di sudore e l’altro, ma danno veramente poco sollievo. Streghetta e’ in sciopero della fame e va avanti a beveroni, mentre a me neanche alla canicola viene in mente di rinunciare agli snack (sigh). Stamattina il piccolo Buzz ha provato a portarsi a spasso la sua pistola ad acqua e ad innaffiarmi ogni tre secondi con la 5100, pura acqua minerale tibetana. Niente.
Io continuo a ripetere che se Papa’ Gambalunga ci avesse permesso di comprare gli ombrellini di carta cerata, in Thailandia, forse per lo meno potremmo farci un po’ di ombra. Ma, ripeto, N-I-E-N-T-E.


Manutenzione


Fin dalla sua prima visita in Cina la Nonna Sgarrupina e’ sempre stata positivamente sorpresa dall’alto livello di manutenzione nei residence per espatriati: manca l’acqua potabile! E lo shushu dell’acqua corre con la chiavetta. Si sono staccate le piastrelle dal muro del bagno! E due shushu piastrellisti vengono con calce e pialla. Qualcosa ha fatto corto circuito e oa i fili della corrente nel muro sono bagnati e la casa sembra invasa da uno sciame d’api! E tre shushu elettricisti rompono i muri, tirano fuori i fili, li asciugano con il phon e la cucina sgarrupata e’ ancora piu’ sgarrupata e pare la giungla di Tarzan con tanto di liane. Il mio computer non funziona! E non uno ma quattro tecnici, a distanza di due giorni l’uno dall’altro, si presentano alla mia porta, non risolvendo nulla e lasciando una scia di eau di calzino di nylon estivo. Ma si presentano. Sempre.


La manutenzione c’e’. C’e’ perche’ qui si rompe tutto. Continuamente.
Almeno una volta ogni due settimane e’ preventivato di avere la casa invasa dall’esercito di shushu, che altro non sono che poveri operai che il piu’ delle volte non sanno neanche da che parte partire a: 1) sturare un lavandino, 2) controllare l’aria condizionata senza la quale qui non si vive e che fra l’altro vale anche da riscaldamento nella funzione “calda”, 3) puzzano di calzino marcio, 4) cercano di concupire la mia Tata Imbranata.


Questo e’ stato il mio ultimo pensiero di ieri sera, al ritorno da una cena d’anniversario anch’essa sgarrupata, visto che ci siamo ritrovati in due su un riscio’ nella notte suzhouese e Buzz e’ stato rinvenuto sveglissimo e pieno di cacca alle dieci di sera. Sveglissimo e impaurito perche’ la porta vetro della sala (o almeno la cornice della zanzariera esterna) e’ crollata mentre lui si era appisolato sul divano, a guardare la Pantera Rosa con la sua Tata Imbranata. Il fatto che la cornice sia caduta sopra la mia cassapanca finto antica lasciata in balcone per perdere l’odore di formaldeide e’ di per se’ un’altra storia.

Rosa e Azzurro genetici?


L'attività ludica incoraggia o inibisce alcune abilità nei maschi e nelle femmine


Pochi giorni fa mi sono ritrovata in mano un articolo che avevo salvato nei miei Documenti, secondo cui l’attivita’ ludica incoraggia o inibisce alcune abilità nei maschi e nelle femmine. A quanto pare, secondo uno studio di pedagogia inglese (Telegraph, 16 dicembre 2008) e’ proprio vero che le bimbe si dirigono tendenzialmente verso bambole e giochi morbidi, stimolano le abilità comunicative e introspettive, l'altruismo e la cura, mentre le costruzioni sollecitano la manualità e aiutano a risolvere i problemi. L’articolo proseguiva sostenendo che il colore preferito delle bimbe e’ il rosa, mentre ai maschietti vanno colori accesi che – non so per quale strana ragione – sembrano essere collegati con la capacità di risolvere problemi del maschio. Apparentemente anche i primati, messi nella stanza dei giochi, di dirigono verso Barbie o Lego a seconda del sesso… A questo punto mi sorge spontaneo mettere me stessa e il mio mondo di fronte ad un paio di spunti di riflessione:

1) se anche una scimmia capisce che il rosa e’ da femminuccie perché mio figlio invece si butta a pesce su ogni sua sfumatura? Anche in campo alimentare, se un succo, una caramella o una torta (ammetto di usare coloranti per dolci!) sono rosa, sono più buoni.

2) Colori forti = capacità di risolvere i problemi? Mio marito – l’ingegnere – che unicamente si veste di tinte accese, va in panico di fronte ad una sorpresina dell’ovetto Kinder. Il tecnico del telefono e’ dovuto venire 4 volte a guardare la scatoletta wireless per rendersi conto che bisognava cambiarla. Il marito di una mia amica pensa che i ghiaccini da freezer siano immortali e parte con la schiscia di riso che marcisce prima di pranzo credendo che la suddetta amica i ghiaccini li abbia aggiunti la sera prima. La capacità di risolvere problemi io la rapporto piu’ facilmente al fare tornare i conti di casa, alla quotidiana gimkana tra mercati per trovare gli ingredienti per un pasto semidecente, al viaggiare con un bambino nel marsupio e l’altro dormiente nel passeggino e sapere gestirsi tra borse, treni e il tutto senza perdere calma e sorriso. Mah.

3) Mia figlia, la principessa, a cui sono state già comprate un paio di bambole, viaggia con una macchinina veloce per manina. Alla sua bebè rosa piace solo dare il biberon, ma poi glielo ruba e fa finta di mangiare da sola. Le altre bambole le tiene nel letto Buzz, che inventa storie e ci parla notte e giorno.

In definitiva, ho probabilmente tirato su due bambini atipici, che avranno gravi problemi di inserimento nel mondo stereotipato ei maschi azzurro e femmine rosa.
In un angolo della mia mente però preferisco pensare di non aver seguito l’inconscia attitudine di molti a
seguire un sentiero già tracciato nella scelta dei giocattoli e nella crescita dei figli, suggerendo tacitamente un ruolo e un comportamento fin dai primi anni di vita. E spero che cercando di non stereotipare i miei bimbi, io gli stia dando la possibilità di crescere come individui completi e a tutto tondo. Buzz può mettersi lo smalto e poi andare in giro con il costume da Uomo Ragno e i guanti da golf, e Streghetta ha una macchinina rosa e diecimila fiocchi per i capelli, e al parco giochi si arrampica dovunque come il peggiore sbirro. Il risultato tra 15 anni!

Mamma Lau gia’ nel ruolo di suocera


A casa nostra si parla costantemente di Stephanie. Stephanie qui, Stephanie li’. Cosa hai fatto oggi? “Ho giocato a Ben10 con Stephanie, lei era Gwen”. Come mai sei triste? Stephanie ha dato la manina a Jonny mentre stavamo in fila”. Cosa c’e’ che non va? “Stephanie si e’ seduta vicino a Finley a pranzo e io mi sono arrabbiato. Lei dice che possiamo sederci tutti e due vicino a lei, ma io la voglio solo per me”.

Capito? A tre anni e mezzo, il mio piccolo Buzz Siciliano e’ innamorato.

Innamorato in modo puro e totale di questa squinzetta che e’ piu’ vecchia di un anno e gli arriva si e no al mento, con i suoi occhioni a mandorla e i capelli rossicci pari pari a quelli del suo papa’ scozzese!

Sono mesi che la piccola Stephanie viene nominata nella Casa Sgarrupata, ma non vi ho dato mai piu’ di tanto peso. Poi siamo stati a scuola per il giorno dei genitori e il mio piccoletto ha voluto solo e unicamente foto con Stephanie e il suo aquilone. Siamo stati in gita ed e’ stato seduto per mezzora a raccontarsi segreti nell’orecchio con Stephanie. Al concerto di fine anno ha rifiutato di sedersi a tavola con mamma, sorella e zia Nutella e si e’ fatto adottare dalla famiglia di Stephanie… insomma, mi sono resa conto che le cose si stavano facendo serie!

L’altro giorno stavo cercando di convincere Buzz a vestirsi da solo, e…

“Non sono capace! Come vanno questi pantaloni?? Aiutaaaamiii!!!”

“Amore, si che sei capace. Lo dice sempre la tua maestra. Allora la maestra dice le bugie?!”
“Sii… non sono capace, ti prego, aiutami..”

“Ti aiuto se all’asilo mi spieghi come fai quando vai a fare la pipi’.”
“Beh, Stephanie mi aiuta a lavare le manine e mi chiude i pantaloni.”

Ambe’!

L’altra mattina, poi, stavamo discutendo del rientro in Italia per vedere la nonna…

“E allora la nonna me lo prendera’ un altro gatto del LIKEA?”

“Penso di si. Ma ne hai bisogno? Da quando l’abbiamo scordato in Thailandia dormi lo stesso, no? E con che cosa dormi all’asilo?”
“Ma mamma! All’asilo dormo con Stephanie, no? E dalla nonna mica c’e’ Stephanie”.

Gli piacera’ anche lo smalto, ma a tre anni e mezzo uno cosi’ e’ l’orgoglio di ogni papa’.

Vedendo che le cose si stavano sviluppano in modo esponenziale, la maestra Fatina mi ha telefonato, la scorsa settimana, per dirmi che Stephanie voleva che Tomas andasse a casa sua, e se poteva passare il mio numero di telefono a sua mamma. La quale mi ha telefonato, e sono tre giorni che facciamo a turno per tenere i bambini, che dopo scuola vanno a casa dell’uno o dell’altra.

E’ assurdo, lo so. Ma scalda il cuore vedere quanto amore esce da questi folletti che insieme non arrivano a 40 chili. Si abbracciano e camminano per manina. Si sussurrano segreti nell’orecchio e inventano storie. Si travestono e sognano di crescere camminando uno di fianco all’altra… e chissa’ che non possa succedere, visto che la Scozia dal paese natio di Papa’ Gambalunga non e’ cosi’ lontana!

Nell’andare verso il parco giochi, la mia futura nuora mi ha preso per mano e, con occhi sognanti mi ha confessato:
“Sai, a scuola Buzz mi abbraccia e mi bacia sempre”

“Bene, vi volete bene, siete amici, si?”
“Non proprio amici… sai, quando io saro’ grande e lui sara’ grande, beh, noi ci sposeremo. Lo dice anche la mia maestra”.

O.MIO.DIO.

martedì 9 giugno 2009

Rapporti inter-generazionali

Buzz e Papà Gambalunga stanno attraversando un periodo di relazione difficile e io non posso che sperare che non sia un preludio molto anticipato dell’adolescenza. Che Buzz sia un bimbo molto vivace e’ noto e risaputo, ma non e’ neanche un segreto che PGL sia una persona assolutamente ingestibile. Aggiungi a questo che il poverino e’ anche straniero in casa sua, dove pizza e “Sapore di Sale” cantato a squarciagola vanno per la maggiore…
“Buzz, siediti immediatamente. Siamo al ristorante e i bambini stanno seduti e fanno conversazione. Si chiama ‘avere delle buone maniere’”.
Alle sei di sera di una domenica in cui il piccolo e’ stato sottoposto a:
1) almeno venti vasche in puzzolente piscina cinese
2) un pranzo al volo senza neanche un cartone
3) la solita visita al giardino Ming di turno
4) una scarrozzata tra gli hutong alla ricerca di poster della rivoluzione culturale
… beh, alle suddette sei di sera, per un bambino italiano medio le “buone maniere” possono riassumersi nel non prendere a ceffoni il papà colpevole. Buzz si rialza dal tavolo e ricomincia a raccogliere sassolini.
“(Urlando e digrignando i denti) Ti ho detto di sederti, s-u-b-i-t-o!!!!! Uno, due…”
“Tre, quattro… te non conti giusto, intanto. Ah, e non sei mio amico. Non più”.
“(Tutto arrabbiato) Neanche tu sei mio amico!”.
Al che mi inserisco io, cercando di spiegare a PGL che non ha tre anni, lui. Per tutta risposta ottengo un “Ha cominciato lui”, che mi convince a lasciar cadere la discussione.
Il mio piccolo uomo e’ convinto che noi si possa cambiare papà. Sostiene che questo lo si possa lasciare nella pattumiera, che ci pensano i leoni.
Quando li vedo abbracciati sul divano a guardare la Pantera Rosa in TV non mi sembra possibile che siano le stesse persone!

Ma Buzz, come ho detto, e’ un mostro di imprevedibilità e astuzia, che cento ne fa e mille ne pensa, e poi le racconta pure. In questi giorni mi segue urlandomi dietro “mamma, io ce l’ho una bella aidea!!” e snocciola chicche di saggezza, che – Grazie a Dio – sono quasi sempre riportate in italiano. Io tremo al pensiero che tra tre settimane sarò a Brescia e ci capiranno tutti… comincerò a parlargli in inglese!

“Mamma, perché quel signore vecchio bacia quella mamma così giovane?”
In Thailandia, commentando la fauna tipica di uomo in birkerstock con calzino di spugna bianco appaiato a giovane locale dalle unghie affilate.

“Sono stanco, spingimi sulla mia bici!!”
“Amore, mamma ha solo due manine, e sto spingendo Strega sul suo triciclo, lo sai che lei non e’ capace ad andare da sola”…
“Ehi, io ce l’ho una bella aidea!!! Io vuolo una mamma octopus (polipo)!!!”

“Di chi e’ quella maglietta nuova?” Chiede Buzz, guardando il pacchetto del suo negozio di vestiti preferito.
“E’ per un bimbo in Irlanda, un tuo amichetto di quando eri piccolo. Se ti piace te la prendo anche a te. Ti piace?”
“No… e’ troppo… troppo rigosa!”

martedì 2 giugno 2009

CENSURA

Ho vinto la censura e sono di nuovo online grazie ad una dritta su un proxy amico scovata su facebook.
Le cose da raccontare si sono accumulate e prossimamente mettero' in ordine le mie idee sulla Thailandia e un viaggio trascorso nel tentativo di fare rischiare la pelle ai due bimbi sgarrupini.
Il sentimento che prevale in questi giorni e' la malinconia e la nostalgia anticipata per questa Cina che - pare proprio - e' quasi giunto il momento di lasciare. Papa' Gambalunga ci ha fregato: ci abbiamo messo due anni e passa ad integrarci e a trovare una nostra routine a Suzhou, e ora che siamo tutti sereni si riaprono le casse del trasloco. Il piccolo Buzz, che piccolo e' ma non per questo scemo, sostiene che ci siano vari motivi per cui una sua partenza e' assolutamente inconcepibile:
1) gli piace la sua casa.
2) i giochini non ci stanno in valigia.
3) Vivian, la sua maestra del cuore, vive a Suzhou.
4) anche l'asilo e' a Suzhou.
5) Shanghai e' troppo lontana (lui pensa sia l'alternativa!)
6) costa troppo mettere l'ayi in albergo.
Io cerco di essere forte, ma nella mia testa continuo a mettere insieme liste di cose da fare, posti dove tornare un'ultima volta, quantita' di sushi da divorare prima di doverlo pagare 5 euro a rollo, amici da salutare, regali da comperare, ecc ecc ecc.
Odio lasciare le mie case, i miei amici, le mie vite. Ho quasi 32 anni e anche se fossi un gatto a questo punto sarei arrivata agli sgoccioli. Trascorro la maggior parte del mio tempo a sentire la mancanza di persone e luoghi e vivo come impanata in una pastella di nostalgia che a volte e' cosi' spessa che non mi fa apprezzare il presente fino al momento in cui si sta trasformando in passato. Mi riprometto di prendere la vita alla leggera, di non affezionarmi alle persone, di bastare a me stessa... ma poi come si fa? Come si fa a bastare a se stessi?
Come si fa a vivere una vita in cui la vita non e' tua, in cui veramente altro non sono che un criceto che gira sulla ruota e ogni tanto spostano la gabbietta alla luce o alla pioggia o in irlanda o a suzhou?
Domani mattina passa tutto, ma stasera ci sono troppe cose nella mia testa. Bagagli da preparare, cose da dare via, persone e luoghi di cui voglio riempirmi il cuore prima di andare via...

Non so se sono capace

Ci sono cose per cui uno e' portato. Poi ci sono cose dove invece fai schifo. Quando purtroppo fai schifo in cose importantissime, all...