sabato 28 marzo 2009

Pacchi e pacchetti



Buzz ieri ha ricevuto un pacchetto dalla nonna. Abbiamo trovato il solito annuncio appeso alla porta, ad invitarci alla posta locale per ritirare una busta dall'Europa... e per la prima volta il mio cucciolo mi e' parso cosciente di questa cosa e l'ho visto crogiolarsi nell'attesa.
"Magari mi ha preso una pistola vera."
"Che cosa te ne fai della pistola vera?"
"Per uccidere i mostri, sai, quelli che vengono la notte quando c'e' buio."
"Non ci sono i mostri a casa nostra. Mamma chiude sempre le finestre."
"Ma magari passano da sotto la porta e salgono con l'ascensore."
"Se mai ci fosse un mostro in giro se lo mangerebbero, i cinesi. Stai tranquillo e niente pistole, che hai gia' quella di Buzz e quella dei pirati... e non sono vere, quelle?"
"No, non proprio... vedi, le mie pistole c'hanno il tappo e quando sparo non esce il fire (fuoco)."
Alle cinque di mattina era gia' in piedi, trepidante, e una volta ritirata la busta ha mollato tutto, incluse la sua tigre preferita e la torta al cioccolato appena comprata, e si e' catapultato da Starbucks. Presa posizione al nostro tavolo preferito - come ogni sabato in cui P.G.L. lavora e noi tre ci lasciamo andare a colazioni pigre e dolcissime - ha cominciato a scartare. Trepidante anche io, gli ho preso il pacchetto di mano per dividere la mercanzia... si e' ritrovato in mano un nuovo libro di "compiti" sugli animali del bosco e una Bibbia per bambini.
"Streghina, guardaaaaaaaaaaaaa! Guardaaaaaaaa! La nonna, la mia nonna mi ha mandato un regaloooooo!!"
"Sei contento amore?!"
"Si. Me sono felice. Me vuole bene molto molto alla mia nonnina".
Con una lacrimuccia e tanta nostalgia, ho cominciato a leggergli la storia di Gesu'. Buzz e' rimasto colpito da questa figura che ogni tanto gli viene nominata - tipo: se fai il birichino Gesu' piange - e che era tanto buona e che ha sofferto tanto a causa dell'ignoranza degli uomini. Aperta la pagina con la foto di Gesu' in croce e' sbiancato e mi ha chiesto spiegazioni. Ci ho messo tutta la mia memoria di catechismi e capacita' di addolcire materna e ho insistito piu' che altro sulla pagina seguente, dove Gesu' non era poi morto e in effetti poi vola in cielo.
"Come un supereroe?"
"Quasi".
"Mamma?"
"Dimmi, bestia."
"Me vuole mettere in corce Arthur, che e' sempre cattivo e mi morde all'asilo. Cosi' poi muore".
Oh mia. Ne abbiamo di strada. Ma tanta.

Il succo della storia non e' che Buzz e' in effetti sulla strada per il riformatorio, ma che Buzz ha cominciato a tessere il filo di seta. Quello che ci lega a casa. Quello che fa stringere il cuore quando si apre un pacchetto, perche' si pensa non al regalo, ma alle mani che lo hanno infilato nella busta. A quelle mani che lo hanno preso dallo scaffale, il libro. Allo scaffale stesso, anche quello familiare, della libreria vicino a casa. Al profumo e alla consistenza delle mani calde di nonna e alla voglia di farsi abbracciare.
La vita a volte non e' carina. A volte fa soffrire e quasi sempre non va come uno aveva sognato che sarebbe andata. Ma poi ci sono queste cose, che fanno sorridere e piangere allo stesso tempo. E allora ti dici che ne vale la pena.
Vale la pena di sentire la stretta al cuore. Vale la pena essere stanchi, distrutti, soli - a volte - e spaesati. Perche' poi non e' vero che si e' soli, e uno la forza la ritrova con un segno di amore mandato da lontano, che ti fa capire che c'e' qualcuno per cui vali la pena. Sempre. Qualcuno che ti pensa. Sempre. Qualcuno che e' casa. Sempre.
Siamo proprio fortunati ad avere una nonna cosi'.

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