giovedì 12 marzo 2009

Ciuciata viva

Mi sento ciuciata. Senza forza fisica e psicologica, sopravvivo alla vitalita' di Buzz e ai capricci sempre piu' incalzanti di Streghetta. Cucino per Papa' Gambalunga e per le expat fighe di Suzhou e ospito il famigerato baby group fingendo non chalance mentre cerco di nascondere perle di sudore da ultimo minuto.
Un giorno e' bello e quello dopo piove, ed e' anche solo questo un motivo di ansia. Non so cosa succedera' nella mia vita tra tre mesi e mi manca il respiro. Mi mancano le persone che amo e mi punge dentro. Mi rattristo di essere lontana quando sento c'e' bisogno di me e mi arrabbio con me stessa e con il mondo e odio questo perenne senso di colpa che mi divora.

Ci sono nata, con il senso di colpa, io. E' insito in me, attorcigliato ad ogni mia cellula in un groviglio di nodi di cui non si trova ne' capo ne' fine. Anche se so di essere innocente, a volte, ho sempre paura di aver commesso chissa' che oltraggi. A mia insaputa.
E' brutto vivere con il senso di colpa, perche' tutto il resto perde un po' senso. Perche' non si riesce ad essere felici se non si e' tranquilli e non ci si sente a posto con il mondo.

Io credo che si dovrebbero accettare le situazioni che non si possono cambiare e goderne i risvolti positivi, che in ogni situazione esistono se si sta un po' a cercare. Non sempre la vita e' perfetta e non si sa mai che cioccolatino capitera' quando si pesca dalla scatola (e io sono sfigata e mi capitano sempre quelli all'arancia o con mousse immangiabili. A me che piace nera e amara, la cioccolata), ma io credo fermamente che tutto capita per un motivo e se qualcosa capita vuol dire che siamo pronti ad affrontarlo. Credo fermamente che se uno si rompe una gamba e sta seduto a piangere con la sua gamba rotta in mano invece che correre all'ospedale allora non e' piu' un poverino. Credo fermamente che nessuna vita sia perfetta, che esistano pero' persone che ci lavorano, a rendere le sfighe un po' meno sfigate. Non vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e sono consapevole che a volte e' molto ma molto vuoto, ma se ci si lascia sopraffare dagli eventi allora nulla ha piu' senso.

Allora tiro un respiro fondo, caccio giu' il senso di colpa, la tristezza e la malinconia e mi dico che poteva andare molto peggio. Che non e' male vivere in questi residence pieni di shu shu vestiti da militari che vegliano sulla mia incolumita', che schiere di ayi tengono tanto pulito in terra che posso lasciare che mio figlio vaghi per il giardino murato in cui viviamo a piedi scalzi e che forse da qualche altra parte non lo lascerei neanche giocare se non strettamente sorvegliato perche' i parchi sono infestati di rifiuti e siringhe e.
E mi godo i preparativi per i vari ritorni a casa, la corsa a prendere regalini, la voglia di mangiare quel gelato speciale o anche solo di sedere in cucina a bere un caffe' che come lo fa la mamma non lo fa nessuno. E se devo aspettare 5 mesi per essere in quella cucina, allora li aspetto e tengo duro. E non mi sento sfigata, perche' avere la possibilita' di sedermi al tavolo di marmo di mamma ne vale la pena.

Sorridiamo. La vita ne vale la pena.
La mancanza di sonno mi rende poetica.

L

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