giovedì 7 giugno 2012

I fili della vita

Ieri sera ho scoperto che se ne e' andata, dopo anni di sofferenza, la mamma della mia migliore amica d'infanzia.
Mamma mi ha chiamato per dirmi del funerale, per darmi l'orario e sottolineare che tanti anni trascorsi insieme mi mettevano nella posizione di non poter mancare e di rendere nota la mia partecipazione al dolore immenso di A. e delle sue sorelle.

Sono partita dall'ufficio, ignorando un paio di commenti acidi, con poca voglia di esser presente in una giornata di tanta sofferenza. Io sono allergica alla sofferenza. Forse ne ho mangiata troppo da piccola (capitasse con in cioccolato!), ma ora la rifuggo. Giro la testa e fingo che non sia capitato nulla. Non sono da funerali. No. Non io.

Arrivata nel mio vecchio quartiere, complice l'introvabile parcheggio, ho cominciato a girare per le stradine della mia infanzia. Qui abitava Tizio, qua Caio... qui mi appostavo per vedere quel ragazzino quando avevo 13 anni, la' portavo a correre il mio cane.
Le memorie mi si sono attaccate addosso come sudore estivo, tutte insieme, riportandomi a quando a casa di A. si faceva merenda, a come giocavamo a pallavolo davanti al suo garage. Mi sono ricordata dei giochi di nascondino - quando ero piccola io e si contava fino a 50 - delle prima confidenze, dei giri in bicicletta e le camminate per andare a prendere l'autobus con la sciarpa che copriva tutto il naso, in inverno.
Nei pochi minuti di passeggiata dalla macchina alla chiesa ho rivissuto anni di storia: l'edicola, noi due che camminavamo per andare all'oratorio, le cicche a forma di pallina, il negozietto dove si prendevano i gelati. Il mio incidente in bicicletta e il pulmino che ci portava a scuola.

Con A. ho fatto tutte le scuole, dall'asilo all'inizio del liceo. Con sua mamma ho fatto tutto il liceo, visto che e' stata mia insegnante di matematica.
Diciotto anni di vita sono parecchi: ci siamo menate, abbiamo fatto le cretine insieme, siamo state a Gardaland e all'Aquafun, abbiamo riso fino alle lacrime e pianto tutte le nostre lacrime. Io ero con lei quando e' morto il suo papa'. Lei era con me 6 mesi dopo, quando e' morto il mio.

Poi ci siamo allontanate, a poco a poco - anzi, molto velocemente.
Senza motivo. Con enorme sofferenza, almeno da parte mia.

L'ho rivista dieci anni fa, collega di un ex-moroso, ma con la mia vita di viaggi non siamo riuscite a tenere un rapporto. L'ho pensata tanto in quest'ultimo anno, in cui Streghetta ha cominciato l'asilo e ha trovato una migliore amica tutta sua. Spesso ho osservato Linda e Strega camminare per manina, raccontarsi le cose nell'orecchio, essere tristi nel lasciarsi, e mi sono ricordata di essere stata io, un tempo, piccola e con il contrassegno, a camminare per i corridoi della scuola forte di essere migliore amica della mia A.

A conclusione del funerale volevo dileguarmi, non pensavo di riuscire a fare le mie condoglianze.
Mi sono avvicinata alla sorella maggiore, pensando che sarebbe stato abbastanza.
La sorella mi ha pero' indirizzato verso di lei, la mia "Linda", la mia prima amica vera.

A. mi e' crollata tra le braccia, come quando avevamo 13 anni.
Si e' lasciata completamente andare. Esattamente come quando avevamo 13 anni, quando io ero il suo specchio e lei il mio e sapevamo di essere l'una il pilastro della vita dell'altra.

Ho sentito tutto il suo dolore entrarmi nella pelle e strizzarmi le budella.
Avrei voluto tenerne un po' dentro io, toglierne un po' a lei.

Non importa quanti anni passano, certi fili non si spezzano. Non si spezzano perche' - come dice la mia mamma saggia - non sono fili che partono da te e ti legano ad un'altra persona... sono fili che partono a te e tornano a te. Sono i fili con cui e' stata tessuta la tua storia.

Me ne sono andata con il cuore graffiato e tanta voglia di non andarmene.
Spero tanto, spero veramente di avere una seconda possibilita', in questa amicizia cosi' grande.
Prometto di metterci tutta me stessa, perche' l'ho sentito forte e chiaro, che non e' una storia finita.

5 commenti:

  1. Condivido molte sensazioni.
    Ho rivisto e ripensato a parecchi luoghi e sono riuscito a dire solo poche parole ad A,L e A nella visita di saluto.
    Sono felice che tu stia bene e saperti serena con famiglia mi ha fatto un enorme piacere.
    I fili della vita si riallacciano anche se due persone non si incontrano fisicamente.

    Best.

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    1. Anonimo, condivido.
      Certi fili stanno. Anche se te li curi da solo, nel ricordo di quello che e' stato.
      Sono fili importanti... e ti svegli la mattina pensando "tanti auguri, passa un altro anno bello perche' te lo meriti". E ti deve andare bene cosi', anche se il tuo augurio magari non arriva mai a destinazione.

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  2. Be' ora è arrivato a destinazione.
    Per un pelo non ci siamo visti (e so che sarebbe stato davvero strano dopo così tanto tempo) ma ti auguro il meglio Laura, di cuore!
    PS ho un ottimo ricordo di Te e penso che alcune righe che ho letto in queste pagine riflettano quanto chiaramente ricordo di una Laura giovane determinata e volitiva....avanti così :)
    PPS Devo molto a LT che sempre mi spinto e motivato...ed ha sempre creduto in me. Non potevo non salutarla.

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  3. Certo che magari sarebbe si stato strano, ma anche bello ricordare i vecchi tempi... si dovrebbe per legge re-incontrare i vecchi fili adolescenziali una volta ogni tanto, per ricordare da dove si e' arrivati. E magari anche per il piacere di due chiacchiere antiche davanti ad un bicchiere di bollicine.

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