martedì 19 luglio 2011

Polpenaze Town e nostalgia canaglia

Ho trovato un mini cosmo di stranieri in patria, "perche' le bresciane escono solo con le bresciane, cara mia, e tu di bresciano non hai niente", come dice l'amica L.


Io di bresciano ho ricordi, amici di infanzia, luoghi e profumi... ma forse e' vero che la mia immagine e' stata cristallizzata nell'immaginario collettivo ad una Laura 18enne che non sono piu' da tanto tempo. Lotto per farmi capire Laura2011, ma mi sembra spesso di rimbalzare contro muri di gomma.


Allora esco con mamme hostess che viziano i loro piccoli comprando pacioccate tra scali a Toronto e notti passate nel Ghana, quando si addormentano odiando il pensiero del proprio bimbo abbracciato all'aupair. 
Ho una mamma veneta con un papa' milanese che vive a Roma da due anni. 
Una mamma toscana che mi mette musica nelle orecchie e piccoli inglesi la cui nonna si e' trasferita in fondo alla nostra via per dar via libera alla carriera di wedding planner di una mamma biondissima, dolce  e solare - che se la conosci non le chiedi solo di organizzarti il matrimonio ma anche di infondere un po' di zucchero nei tuoi confetti. 
In ufficio parlo inglese tutto il giorno perche' la mia "compagna di banco" e' di Bristol.
Oggi pomeriggio, poi, viene a trovarmi un'amica - sorella con cui ho condiviso il primo anno di vita del mio piccolo eroe a Dublino.


Ho una vita internazionale in Polpenazze Town, eppure mi mancano le piccole cose, della mia Cina. Quelle piccole cose che fanno la differenza.
Mi mancano le pesche enormi, insipide e dure, perche' odio tutto il succo che cola da quelle nostrane, tutte zuccherine e polpose.
Mi manca una buona pedicure, che i miei piedi sono rovinati.
Mi manca una sera a ballare con la vicina di casa pazza. L'amica British che si imbarazza di fronte ad approcci di marmocchi studentelli in discoteca, le folli latino-americane e i monsoni che ti inondano e ti bloccano sotto tettoie cadenti negli angoli piu' sporchi della citta'. Vivo con  la felpa, in quest'Italia freddina, mentre gli autoctoni professano "caldi boia" e si lamentano di continuo. Sono pazza? Forse... ma non so che darei per un po' di monsoni, umidita', pavimenti che trasudano acqua e quei caffe' interminabili sempre con Vicina Pazza quando non si riesce ad uscire neanche per andare a prendere il latte. Mi manca persino il latte fresco, che qui vado avanti a uth da dodici litri a settimana.
E la sera sto a fissare la superfucie della piscina sperando di scorgere la prima goccia. Aspettando che lavi tutto via.

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