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giovedì 24 giugno 2010

L'amicizia e le patatine


In questi giorni ho tanti pensieri, corro in continuazione e cerco di organizzare gli ultimi due mesi a Suzhou... eh si, pare proprio che tra poco si torni a casa! Che poi "casa" sia un concetto assolutamente astratto e' un altro discorso, ma a questo punto la Famiglia Sgarrupina necessita di aria fresca e nuovi stimoli.

Quando si arriva alla fine di un periodo, e purtroppo e' successo spesso negli ultimi dieci anni, la cosa piu' triste e' salutare gli amici, quelli che sono stati parte integrante delle tue giornate e quelli che hai conosciuto da poco e sai che sarebbe potuta essere un'amicizia bellissima, quelli del caffe' settimanale, quelli che ti bussano alla porta ad ogni ora, quelli dell'asilo, dell'appuntamento dalla manicure, dei bambini che giocano insieme.

Soprattutto dei bambini che giocano insieme.

Buzz ieri ha fatto promessa solenne ai suoi amici gemellini di essere migliori amici per la vita, e a me tremano le gambe. Tremano le gambe al pensiero che i gemelli vanno in ferie tra due settimane e forse Buzz non lo vedranno mai piu'. Tremano le gambe perche' io penso ai miei "migliori amici per la vita" e so che non importa dove vado a finire, comunque abbiamo avuto anni e anni di interazione e abbiamo le basi per mantenere la nostra promessa di esserci sempre, l'un per l'altro.

A mio figlio cosa do, invece?
Frienship fries. Amicizie usa e getta, veloci, che creano mini cicatrici ma nessuna radice.
Un po' come mangiare Mc Donalds invece che una sana pasta al pomodoro.

Non sto parlando della qualita' delle persone, ma del rapporto. A cinque anni c'e' bisogno di mesi, di anni per avvicinarsi, capirsi, litigare, sognare, crescere insieme. Le amicisia meravigliose che durano una manciata di mesi in terra straniera contano veramente? O sono come le amicizie dell'estate al mare? E se sono come le amicizie dell'estate al mare, dove recupero io amicizie "per sempre" per i miei topi?

E' utile  riempire album fotografici con immagini di persone che tra cinque anni non ricorderemmo neppure, o ricorderemo con amarezza? 


Mi fa soffrire pensare a quanto sono stata fortunata io.
Sono terrorizzata di non poter garantire la stessa fortuna ai miei bambini.

martedì 5 maggio 2009

Vivo nel mondo di Barbie

Your Home Chef oggi ha portato la cucina italiana in una delle scuole internazionali di Suzhou.
Mamma Lau e Zia Nutella sono partire da casa con la loro scatola di polistirolo, dimenticandosi i funghi per le crespelle ai funghi e con tanto tanto scetticismo per trascorrere un paio di ore in compagnia di 14 espatriate desiderose di conoscere i segreti per non far venire i grumi nella besciamella, che pare che all'estero venga preparata con l'aggiunta di buoni quantitativi di rum (eh si, non sono stordite di natura, le taitai suzhouesi! Si ubriacano con la besciamella! Ecco svelato l'arcano!).
Nella scuola di Barbie, le mamme Barbie arrivano tutte precise, unghie smaltate e sorrisi a trentadue denti. Smaglianti. Inconsapevoli. Piene di buona volonta' e voglia di cominciare una nuova esperienza che delizi un'altremodo noiosa mattinata di primavera.

"bene, allora, per le crespelle ci servono 6 uova, 240 g di latte"
"maestraaa?"
"dimmi, tu con le unghie fucsia"
"ma hai detto grammi? Stiamo parlando di latte, no? Il latte si pesa? Pensavo si calcolasse in ml"
"beh, il latte si pesa... anche tu ti pesi, no? Basta salire sulla bilancia!"
Coro di Barbie strabiliate:
"Oooohhh. Il latte si pesaaaa!!"
"E si, in effetti, ma io non ci avevo mai pensato"
"E quante cups (in America le ricette sono in tazze, cucchiaini da te' e cucchiai da minestra) ci stanno in 240 g?!"
Mostro la caraffa con le unita' di misura, che probabilmente se ne sta tutta impolverata nell'armadietto in alto a destra di ognuna delle loro cucine:
"240 g per il latte e' come dire 240 ml, un kg di latte pesa come un litro. Ah, e guardate qui, sulla caraffa potete vedere che una cup sono 25o ml, quindi per la ricetta ci serve piu' o meno una cup".
Coro di Barbie strabiliate:
"Oooh che interessante! Un litro pesa come un kg.... ma chi l'avrebbe mai detto!!!"
"Ma allora anche una cup di farina pesa 250 g?"
Ci riprovo:
"No, i solidi hanno pesi specifici diversi... se metti una tazza di farina e una tazza di piombo pesa di certo di piu' una tazza di piombo, no?"
Coro di Barbie strabiliate:
"Ma che bello! Ma quante cose interessanti!! Grazie, maestra!"

Vi risparmi particolari agghiaccianti, lasciandovi con una chicca della nostra Barbie doc: incinta e in perfetta forma al 7 figlio, con smalto in tinta con il sesso del nascituro:
"Certo, queste praline di cioccolato sono deliziose, ma a fare la palline ci si sporca tutte le dita. A casa ci provero' con il cucchiaio che serve a fare gli scoop di gelato. Ne ho uno piccolissimo (probabilmente acquistato per farsi mini gelati che non rovinino la sua linea - n.d.r. invidioso) preso in America che sembra fatto apposta.

Meravigliosa innocenza.
Fantastico mondo di Barbie, dove gli unici problemi paiono essere dove andare a farsi i capelli e se la seta piu' bella si trovi nel New District o in SIP. Dove le aiuole sono sempre perfette, gli inservienti ti fanno un inchino e l'omino che vende fiori aspetta ogni giorno sulla sua bici che passino clienti desiderosi di farsi perdonare dalla taitai di turno.
Se non sapessi che poi ognuna a casa si ritrova con le sue magagne, 7 bambini che non vogliono farsi il bagnetto, la nostalgia di casa e i water che si intasano alla velocita' del suono... beh, se non avessi questa certezza, mi sembrerebbe di trovarmi nella versione peggiorata del Truman Show.

lunedì 16 marzo 2009

La vita nel mondo di Barbie

Della vita nel mondo di Barbie parlo spesso. Qui ci sono giardini in cui non si lascia appassire neanche un fiore, neanche in pieno inverno, che una schiera di giardinisti si fionda al recupero dell'equilibrio totale. I viottoli del compound sono lustri e d'estate i bambini si aggirano a piedi nudi fra un parco giochi ed un laghetto. Le guardie camminano e perlustrano ogni angolo senza interruzione e si comunicano con radiolina qualsiasi "sospetto" nell'arco delle 24 ore. Gli occidentali sono trattati con piu' veemenza (almeno da noi. Se si va in un residence senza ristoranti e negozi bisogna dare l'indirizzo della persona che si intende visitare e ci si mette in contatto prima di acconsentire all'accesso), ma i cinesi devono mostrare ID ed aver il permesso del management per entrare nei muri dorati di Horizon. Le ayi sono tutte registrate all'ufficio di amministrazione: devono portare carta d'identita' e certificato medico.
In questa gabbietta dorata, in cui alle dieci di sera posso passeggiare nel boschetto al buio piu' completo senza sussultare se avverto una presenza dietro di me (e' sempre lui, lo shushu protettore), ieri sera si e' verificato l'ennesimo "miracolo".
Immaginate l'Italia. Domenica sera alle nove e mezza. Una porta di casa che - per magia - non ha chiave ma un codice segreto che permette l'entrata. Immaginate noi, la famiglia Sgarrupina, che torna dalla pizza settimanale con bimbi stanchi ed esagitati e - tada' - amico americano di Papa' Gambalunga invitato per cena, gia' dirottato su un ristorante visto che c'era il sole e non avevo voglia di cucinare, quindi invitato a casa per un bicchiere di vino (portato da lui) prima di rientrare in quel di Changshu. Arriviamo davanti alla porta di casa.
"'More, il codice".
"Ma non lo sai ancora? E'..."
"No, certo che lo so, lo faccio venti volte al giorno. Solo, non funziona".
"Impossibile" l'ingegnere si fa avanti, "faccio io, guarda. Ah, non funziona!"
Ci crede ma non ci crede. Lo ripete all'incirca una sessantina di volte, lucine rosse e verdi si alternano a terrificanti beep, l'americano decide di andare a casa, il vicino di casa esce in soccorso e offre bicchieri d'acqua, e io... io prendo Buzz, e decido che di ingegneri che digitano, vanno a casa e offrono acqua non me ne faccio nulla. Andiamo dagli shushu del cancello che, essendo maschi, cominciano anche loro: "ma non ti ricordi il codice?" Si, me lo ricordo, ma non funziona. "ah, e dov'e' la chiave?" se avessi la chiave l'avrei usata da tempo, stordito.... Dopo un paio di minuti di convenevoli mi dicono che una soluzione ci sarebbe, ma costa sui 15 euro e non sanno se siamo d'accordo a pagare. Ho due bimbi piccolissimi fuori di casa dal mattino, sono le dieci di sera e ho i tacchi che ormai hanno provocato di sicuro un paio di stigmate al tallone, secondo te preferisco la notte all'addiaccio che spendere 15 euro? Chiama lo scassinatore di fiducia, shushu.
Lo scassinatore arriva in 10 minuti, profesisonalissimo con diecimila attrezzi. Apre casa senza danneggiare la cassetta del codice e ci consiglia di non usare pile cinesi, che fanno schifo. Lui compra solo Duracell.
Con quest'ennesima chicca di saggezza orientale e considerando che forse in Italia sarei ancora all'addiaccio, vi auguro una buona settimana...

Non so se sono capace

Ci sono cose per cui uno e' portato. Poi ci sono cose dove invece fai schifo. Quando purtroppo fai schifo in cose importantissime, all...