I pomeriggi bresciani trascorrono lenti nei giorni di pioggia. I bimbi sgarrupini necessitano di sfogo e amici ed io imploro la solita amica di raggiungermi per un gelato al Mac Donalds, per il semplice fatto che ha uno spazio bimbi in cui i miei nani possono arrampicarsi e saltellare.
Spesso ci imbattiamo in feste di compleanno: compleanni multicolori, di bimbi scatenati, rumorosi e felici.
A volte noto particolari inquietanti, per me che ho vissuto un'infanzia del secolo scorso e ho cominciato a vivere l'infanzia dei miei bimbi nell'ovatta del mondo espatriato. Oggi, per esempio.
Al party c'era musica, e i bimbi hanno cominciato a ballare.
Buzz sconvolto indica con il ditino, io mi giro e vedo una bambina di non piu' di 7 anni sul tavolo in un tentativo di lap dance. La metto sul ridere, aspetto che le mamme intervengano per porre fine a le movenze sexy accolte subito con battiti di mani dai compagni di classe, raccolti a semicerchio intorno alla biondina.
Ebbene, le signore intorno a me ridono e commentano alla mamma interessata che e' proprio portata, la cucciola. Di sicuro fara' la velina. "Sperom", risponde mamma di biondina.
L'amica di sempre ed io ci guardiamo sconvolte. Lei fissa negli occhi Ninetta - 4 mesi, 2 denti e un barattolo di mela - "se mi fai una cosa del genere ti tiro giu' a calci".
Tiro un sospiro di sollievo, per un secondo avevo pensato di essere una bacchettona indietro coi tempi!
In fase di adattamento temporaneo, cercando un futuro che sia fatto per noi, stiamo a poco a poco amalgamandoci con gli autoctoni, e questo mi crea crisi di panico notturne.
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mercoledì 3 novembre 2010
venerdì 22 ottobre 2010
Adattamento - ancora
Il periodo d'adattametno continua e vengo sorpresa con effetti speciali dai nani semi-cinesi, che ancora non si sono adeguati ad usi e costumi locali.
1) In Cina nessuno si fa i fatti propri. A Torino si.
A casa della bisnonna per il weekend, ancora in fase di scarico auto, Buzz si era gia' autoinvitato dalla vicina, di cui conosceva: nome dei due cani, verdure coltivate nell'orto, armadietto in cui la signora nasconde i bombom per il suo nipote di due anni. Dopo 9 mesi d'attesa (quasi una gravidanza) ho dovuto, prima di abbracciare la mia nonna, trascorrere mezzora con la vicina.
2) In Cina viene rispettata l'essenzialita' del bisogno primario.
Ma il bresciano medio non apprezza vedere pisellini volanti in corso Zanardelli. Buzz, bloccato con la mano che abbassava la cerniera, mi ha detto - candidamente: "ma insomma, mi scappa la pipi'".
Forse e' colpa mia e del mio essermi adeguata all'andazzo cinese, ma non siamo riusciti a trovare un accordo. Per Buzz non ha assolutamente senso che a Brescia non si faccia cosi'.
3) In Cina le bambine bionde ricevono almeno 4 giochini al MacDonald.
Al centro commerciale il Leone, di sabato a pranzo, e' tanto se non te lo tirano dietro, l'Happy Meal.
4) In Cina le mamme vivono per i bimbi.
In Italia le mamme devono tirar su casa, cercare lavoro, fare la lavatrice, fare il bagnetto ai pupi senza funghi atomici di pupi e giochi nel suddetto bagnetto...
5) In Cina le mamme, quando i bimbi dormono, si guardano un sacco di film e scrivono i blog.
In Italia le mamme, quando i bimbi dormono, devono tirar su casa, cercare lavoro, fare la lavatrice, tirare su i disastri post bagnetto atomico...
6) In Cina siamo sempre noi tre.
A Brescia "ma quante zie ho, in definitiva?". "Se tu dici no, io chiedo a nonna, che e' capo in questa casa". "Chi andiamo a trovare oggi, mamma?".
A Brescia Strega si fa toccare, coccolare, parla con la gente, non ringhia piu' al prossimo come ha fatto da quando ha imparato a ringhiare.
A Brescia Buzz adora andare a fare la spesa e non piange di fronte al mercato puzzolente pieno di zampe di porco sanguinolente, pesci affettati vivi e polli sgozzati di fronte al pubblico.
Ci stiamo adeguando. Solo, ho poco tempo per raccontarlo.
Ma pare che a qualcuno i miei racconti facciano sorridere... e MARTEDI' SERA SONO SU TELETUTTO, alle 21.00, QUESTIONI DI GUSTO... Ho gia' prenotato il parrucchiere!
1) In Cina nessuno si fa i fatti propri. A Torino si.
A casa della bisnonna per il weekend, ancora in fase di scarico auto, Buzz si era gia' autoinvitato dalla vicina, di cui conosceva: nome dei due cani, verdure coltivate nell'orto, armadietto in cui la signora nasconde i bombom per il suo nipote di due anni. Dopo 9 mesi d'attesa (quasi una gravidanza) ho dovuto, prima di abbracciare la mia nonna, trascorrere mezzora con la vicina.
2) In Cina viene rispettata l'essenzialita' del bisogno primario.
Ma il bresciano medio non apprezza vedere pisellini volanti in corso Zanardelli. Buzz, bloccato con la mano che abbassava la cerniera, mi ha detto - candidamente: "ma insomma, mi scappa la pipi'".
Forse e' colpa mia e del mio essermi adeguata all'andazzo cinese, ma non siamo riusciti a trovare un accordo. Per Buzz non ha assolutamente senso che a Brescia non si faccia cosi'.
3) In Cina le bambine bionde ricevono almeno 4 giochini al MacDonald.
Al centro commerciale il Leone, di sabato a pranzo, e' tanto se non te lo tirano dietro, l'Happy Meal.
4) In Cina le mamme vivono per i bimbi.
In Italia le mamme devono tirar su casa, cercare lavoro, fare la lavatrice, fare il bagnetto ai pupi senza funghi atomici di pupi e giochi nel suddetto bagnetto...
5) In Cina le mamme, quando i bimbi dormono, si guardano un sacco di film e scrivono i blog.
In Italia le mamme, quando i bimbi dormono, devono tirar su casa, cercare lavoro, fare la lavatrice, tirare su i disastri post bagnetto atomico...
6) In Cina siamo sempre noi tre.
A Brescia "ma quante zie ho, in definitiva?". "Se tu dici no, io chiedo a nonna, che e' capo in questa casa". "Chi andiamo a trovare oggi, mamma?".
A Brescia Strega si fa toccare, coccolare, parla con la gente, non ringhia piu' al prossimo come ha fatto da quando ha imparato a ringhiare.
A Brescia Buzz adora andare a fare la spesa e non piange di fronte al mercato puzzolente pieno di zampe di porco sanguinolente, pesci affettati vivi e polli sgozzati di fronte al pubblico.
Ci stiamo adeguando. Solo, ho poco tempo per raccontarlo.
Ma pare che a qualcuno i miei racconti facciano sorridere... e MARTEDI' SERA SONO SU TELETUTTO, alle 21.00, QUESTIONI DI GUSTO... Ho gia' prenotato il parrucchiere!
mercoledì 29 luglio 2009
Pronto Soccorso con Buzz
Buzz è pieno di molluschi contagiosi. Termine inquietante, visto che si tratta più o meno delle solite verruchine. Inquietante è il fatto che il mese scorso ne avesse una sola, ma da quando siamo in Italia - sarà l'aria, sarà il cibo - anche le verruche si sono moltiplicate.
Sono andata dal pediatra, che mi ha mandato dal dermatologo. Per vedere un dermatologo pare ci si debba recare in riserve faunistiche e attendere mesi con il binocolo, e in questi mesi la pancia di mio figlio avrebbe potuto diventare peggio di quella di un Gormita di Terra.
Allora Mamma Lau, che è scugnizza nel cuore, si è detta: pronto soccorso!
Oggi abbiamo fatto la tanto rimandata capatina, e in quattro e quattr'otto ci hanno spedito in dermatologia, dove mi è stato ripetuto un milione di volte che stavo ricevendo un trattamento di favore etc.
Allora, l'ottanta per cento delle volte a me viene propinata questa storiella del trattamento di favore, che o c'ho una fortuna allucinante proprio io o - più propbabilmente - è un italianismo per far sentire tutti speciali. Non credo proprio che io - donna senza conoscenze, ne' arte ne' parte - riceva sempre favoritismi dal mondo, ma annuisco e dico "grazie, grazie mille", scatenando la coda e innalzando il medico a due cm da terra. A quel punto mi avrebbe fatto un'operazione a cuore aperto sul loco, per farmi vedere che lui poteva.
Bene, comunque il culo delal miseria mi ha portato a vedere mio figlio soffrire come una bestia; gli hanno strappato con uno scalpellino senza un grammo di anestesia ben 16 verruchine. Lui piangeva ma non si dimenava, un vero supereroe... tra le lacrime mi urlava solo "mamma, mi fa tanto male, ti prego, basta". Penso di aver avuto più male io di lui, che all'uscita dal pronto soccorso non si ricordava nemmeno.
Ma dico, ha senso dirmi, mentre mio figlio è lì in lacrime "signora, non è un dolore così tremendo"? Ha tre anni, per l'amor di Dio! E l'anestesia? L'avevano fatta a mio fratello, che di anni ne ha trenta!
"E, sa, io sono un medico impegnato, se le faccio l'anestesia prima che prenda lei poi aspetta due ore che io vado in sala operatoria".
Magari, Sua Maestà Medico Impegnato, potevi concedermi di avere di fronte questa opzione prima di essere a 9 su 16 scalpellamenti effettuati sul pancino di mio figlio.
Mamma incazzata, questa sera.
Sono andata dal pediatra, che mi ha mandato dal dermatologo. Per vedere un dermatologo pare ci si debba recare in riserve faunistiche e attendere mesi con il binocolo, e in questi mesi la pancia di mio figlio avrebbe potuto diventare peggio di quella di un Gormita di Terra.
Allora Mamma Lau, che è scugnizza nel cuore, si è detta: pronto soccorso!
Oggi abbiamo fatto la tanto rimandata capatina, e in quattro e quattr'otto ci hanno spedito in dermatologia, dove mi è stato ripetuto un milione di volte che stavo ricevendo un trattamento di favore etc.
Allora, l'ottanta per cento delle volte a me viene propinata questa storiella del trattamento di favore, che o c'ho una fortuna allucinante proprio io o - più propbabilmente - è un italianismo per far sentire tutti speciali. Non credo proprio che io - donna senza conoscenze, ne' arte ne' parte - riceva sempre favoritismi dal mondo, ma annuisco e dico "grazie, grazie mille", scatenando la coda e innalzando il medico a due cm da terra. A quel punto mi avrebbe fatto un'operazione a cuore aperto sul loco, per farmi vedere che lui poteva.
Bene, comunque il culo delal miseria mi ha portato a vedere mio figlio soffrire come una bestia; gli hanno strappato con uno scalpellino senza un grammo di anestesia ben 16 verruchine. Lui piangeva ma non si dimenava, un vero supereroe... tra le lacrime mi urlava solo "mamma, mi fa tanto male, ti prego, basta". Penso di aver avuto più male io di lui, che all'uscita dal pronto soccorso non si ricordava nemmeno.
Ma dico, ha senso dirmi, mentre mio figlio è lì in lacrime "signora, non è un dolore così tremendo"? Ha tre anni, per l'amor di Dio! E l'anestesia? L'avevano fatta a mio fratello, che di anni ne ha trenta!
"E, sa, io sono un medico impegnato, se le faccio l'anestesia prima che prenda lei poi aspetta due ore che io vado in sala operatoria".
Magari, Sua Maestà Medico Impegnato, potevi concedermi di avere di fronte questa opzione prima di essere a 9 su 16 scalpellamenti effettuati sul pancino di mio figlio.
Mamma incazzata, questa sera.
lunedì 13 luglio 2009
L'Italia delle diversità
Ogni volta il rientro è strano. Ogni volta diverso.
Mercoledì sono stata all'Auchan con mamma e pargoli e sono rimasta scioccata dalla taglia media delle donne italiane! Vedete, anche se io faccio autocritica continua - soprattutto da quando sono arrivati Sophie e l'Hashimoto - sono abituata ad essere circondata da un'esercito di fatine taglia 36, tutte senza fianchi e seno. All'Auchan di Suzhou vendono mutande per creare l'effetto del sedere mancante, i reggiseni sono imbottiti all'inverosimile e sulle cosce asiatiche non si trova un grammo di cellulite neanche al microscopio. Persino il piede asiatico è minuscolo, e chiedere una scarpa numero 38 crea attimi di ilarità tra le commesse.
Ecco... all'Auchan di Brescia è tutto diverso. Forse di solito sono troppo concentrata a individuare prfumi e a scoprire deliziose mercanzie di cui ho sentito la mancanza nei mesi di espatrio, forse d'estate - con le cannottiere e le cosce nude - è più facile guardarsi in giro. In definnitiva: che gioia vedere che ognuno è diverso, che ci sono culetti e culoni, pancette, tartarughe ninja ma anche maniglie dell'amore!... Uno si sente di nuovo normale nel mezzo di tanta diversità, si scompare in quanto diversi in un mare di diversi e non più unica eccezione tra una miriade di teste nere, calzette di nylon, braccina diafane e ombrellini prendisole.
Tutto questo, dopo mesi di depressione nera dopo ogni lezione di yoga in cui, più che Mamma in Forma, mi sento come l'Orso Yogi in mezzo a una selva di giunchi.
A parte le dimensioni medie della popolazione, e il fatto che ad ogni rientro scopro con piacere che siamo più "colorati" e cosmopoliti, non è ancora successo nulla di eclatante. Aspetto con tutto il cuore gli amici di sempre, che mancano quotidianamente nella mia vita fuori porta e che poco riesco a godermi ora che non si è più una manciata di cuori colla chitarra.
Ognuno ha la sua vita. C'è da fare la spesa. Gli impegni fino a dopo cena. Il corso prematrimoniale. I bimbi in arrivo e i denti che pungono. Il lavoro e la famiglia.
Nella mia Italia delle diversità, in cui tutto ogni volta è diverso e diversa sono anche io, ogni volta, ricerco disperatamente un po' di quella leggerezza di cuore del"prima della Cina", quando mi sentivo fresca e il mondo non potva che stupirmi con sorprese meravigliose.
Cercando cercando, si annullano di fronte a me i problemi del bel paese, la pattumiera e la crisi economica. Non mi importa nulla di politica, non capisco niente di raccolta differenziata...
Io torno per il cielo ed i campi verdi che respiro a fondo per colorare le giornate grigie della mia vita quotidiana. Torno per sentire l'odore della mia terra amata.
Torno per trovare un pezzettino di cuore che si è perso tanto tempo fa e senza il quale a volte mi pare di non riconoscermi più allo specchio.
"C'è un buco al centro del mio cuore,
proprio dove un tempo c'eri tu.
Un buco che non so colmare,
perchè la chiave l'hai con te".
Mercoledì sono stata all'Auchan con mamma e pargoli e sono rimasta scioccata dalla taglia media delle donne italiane! Vedete, anche se io faccio autocritica continua - soprattutto da quando sono arrivati Sophie e l'Hashimoto - sono abituata ad essere circondata da un'esercito di fatine taglia 36, tutte senza fianchi e seno. All'Auchan di Suzhou vendono mutande per creare l'effetto del sedere mancante, i reggiseni sono imbottiti all'inverosimile e sulle cosce asiatiche non si trova un grammo di cellulite neanche al microscopio. Persino il piede asiatico è minuscolo, e chiedere una scarpa numero 38 crea attimi di ilarità tra le commesse.
Ecco... all'Auchan di Brescia è tutto diverso. Forse di solito sono troppo concentrata a individuare prfumi e a scoprire deliziose mercanzie di cui ho sentito la mancanza nei mesi di espatrio, forse d'estate - con le cannottiere e le cosce nude - è più facile guardarsi in giro. In definnitiva: che gioia vedere che ognuno è diverso, che ci sono culetti e culoni, pancette, tartarughe ninja ma anche maniglie dell'amore!... Uno si sente di nuovo normale nel mezzo di tanta diversità, si scompare in quanto diversi in un mare di diversi e non più unica eccezione tra una miriade di teste nere, calzette di nylon, braccina diafane e ombrellini prendisole.
Tutto questo, dopo mesi di depressione nera dopo ogni lezione di yoga in cui, più che Mamma in Forma, mi sento come l'Orso Yogi in mezzo a una selva di giunchi.
A parte le dimensioni medie della popolazione, e il fatto che ad ogni rientro scopro con piacere che siamo più "colorati" e cosmopoliti, non è ancora successo nulla di eclatante. Aspetto con tutto il cuore gli amici di sempre, che mancano quotidianamente nella mia vita fuori porta e che poco riesco a godermi ora che non si è più una manciata di cuori colla chitarra.
Ognuno ha la sua vita. C'è da fare la spesa. Gli impegni fino a dopo cena. Il corso prematrimoniale. I bimbi in arrivo e i denti che pungono. Il lavoro e la famiglia.
Nella mia Italia delle diversità, in cui tutto ogni volta è diverso e diversa sono anche io, ogni volta, ricerco disperatamente un po' di quella leggerezza di cuore del"prima della Cina", quando mi sentivo fresca e il mondo non potva che stupirmi con sorprese meravigliose.
Cercando cercando, si annullano di fronte a me i problemi del bel paese, la pattumiera e la crisi economica. Non mi importa nulla di politica, non capisco niente di raccolta differenziata...
Io torno per il cielo ed i campi verdi che respiro a fondo per colorare le giornate grigie della mia vita quotidiana. Torno per sentire l'odore della mia terra amata.
Torno per trovare un pezzettino di cuore che si è perso tanto tempo fa e senza il quale a volte mi pare di non riconoscermi più allo specchio.
"C'è un buco al centro del mio cuore,
proprio dove un tempo c'eri tu.
Un buco che non so colmare,
perchè la chiave l'hai con te".
giovedì 12 marzo 2009
Ciuciata viva
Mi sento ciuciata. Senza forza fisica e psicologica, sopravvivo alla vitalita' di Buzz e ai capricci sempre piu' incalzanti di Streghetta. Cucino per Papa' Gambalunga e per le expat fighe di Suzhou e ospito il famigerato baby group fingendo non chalance mentre cerco di nascondere perle di sudore da ultimo minuto.
Un giorno e' bello e quello dopo piove, ed e' anche solo questo un motivo di ansia. Non so cosa succedera' nella mia vita tra tre mesi e mi manca il respiro. Mi mancano le persone che amo e mi punge dentro. Mi rattristo di essere lontana quando sento c'e' bisogno di me e mi arrabbio con me stessa e con il mondo e odio questo perenne senso di colpa che mi divora.
Ci sono nata, con il senso di colpa, io. E' insito in me, attorcigliato ad ogni mia cellula in un groviglio di nodi di cui non si trova ne' capo ne' fine. Anche se so di essere innocente, a volte, ho sempre paura di aver commesso chissa' che oltraggi. A mia insaputa.
E' brutto vivere con il senso di colpa, perche' tutto il resto perde un po' senso. Perche' non si riesce ad essere felici se non si e' tranquilli e non ci si sente a posto con il mondo.
Io credo che si dovrebbero accettare le situazioni che non si possono cambiare e goderne i risvolti positivi, che in ogni situazione esistono se si sta un po' a cercare. Non sempre la vita e' perfetta e non si sa mai che cioccolatino capitera' quando si pesca dalla scatola (e io sono sfigata e mi capitano sempre quelli all'arancia o con mousse immangiabili. A me che piace nera e amara, la cioccolata), ma io credo fermamente che tutto capita per un motivo e se qualcosa capita vuol dire che siamo pronti ad affrontarlo. Credo fermamente che se uno si rompe una gamba e sta seduto a piangere con la sua gamba rotta in mano invece che correre all'ospedale allora non e' piu' un poverino. Credo fermamente che nessuna vita sia perfetta, che esistano pero' persone che ci lavorano, a rendere le sfighe un po' meno sfigate. Non vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e sono consapevole che a volte e' molto ma molto vuoto, ma se ci si lascia sopraffare dagli eventi allora nulla ha piu' senso.
Allora tiro un respiro fondo, caccio giu' il senso di colpa, la tristezza e la malinconia e mi dico che poteva andare molto peggio. Che non e' male vivere in questi residence pieni di shu shu vestiti da militari che vegliano sulla mia incolumita', che schiere di ayi tengono tanto pulito in terra che posso lasciare che mio figlio vaghi per il giardino murato in cui viviamo a piedi scalzi e che forse da qualche altra parte non lo lascerei neanche giocare se non strettamente sorvegliato perche' i parchi sono infestati di rifiuti e siringhe e.
E mi godo i preparativi per i vari ritorni a casa, la corsa a prendere regalini, la voglia di mangiare quel gelato speciale o anche solo di sedere in cucina a bere un caffe' che come lo fa la mamma non lo fa nessuno. E se devo aspettare 5 mesi per essere in quella cucina, allora li aspetto e tengo duro. E non mi sento sfigata, perche' avere la possibilita' di sedermi al tavolo di marmo di mamma ne vale la pena.
Sorridiamo. La vita ne vale la pena.
La mancanza di sonno mi rende poetica.
L
Un giorno e' bello e quello dopo piove, ed e' anche solo questo un motivo di ansia. Non so cosa succedera' nella mia vita tra tre mesi e mi manca il respiro. Mi mancano le persone che amo e mi punge dentro. Mi rattristo di essere lontana quando sento c'e' bisogno di me e mi arrabbio con me stessa e con il mondo e odio questo perenne senso di colpa che mi divora.
Ci sono nata, con il senso di colpa, io. E' insito in me, attorcigliato ad ogni mia cellula in un groviglio di nodi di cui non si trova ne' capo ne' fine. Anche se so di essere innocente, a volte, ho sempre paura di aver commesso chissa' che oltraggi. A mia insaputa.
E' brutto vivere con il senso di colpa, perche' tutto il resto perde un po' senso. Perche' non si riesce ad essere felici se non si e' tranquilli e non ci si sente a posto con il mondo.
Io credo che si dovrebbero accettare le situazioni che non si possono cambiare e goderne i risvolti positivi, che in ogni situazione esistono se si sta un po' a cercare. Non sempre la vita e' perfetta e non si sa mai che cioccolatino capitera' quando si pesca dalla scatola (e io sono sfigata e mi capitano sempre quelli all'arancia o con mousse immangiabili. A me che piace nera e amara, la cioccolata), ma io credo fermamente che tutto capita per un motivo e se qualcosa capita vuol dire che siamo pronti ad affrontarlo. Credo fermamente che se uno si rompe una gamba e sta seduto a piangere con la sua gamba rotta in mano invece che correre all'ospedale allora non e' piu' un poverino. Credo fermamente che nessuna vita sia perfetta, che esistano pero' persone che ci lavorano, a rendere le sfighe un po' meno sfigate. Non vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e sono consapevole che a volte e' molto ma molto vuoto, ma se ci si lascia sopraffare dagli eventi allora nulla ha piu' senso.
Allora tiro un respiro fondo, caccio giu' il senso di colpa, la tristezza e la malinconia e mi dico che poteva andare molto peggio. Che non e' male vivere in questi residence pieni di shu shu vestiti da militari che vegliano sulla mia incolumita', che schiere di ayi tengono tanto pulito in terra che posso lasciare che mio figlio vaghi per il giardino murato in cui viviamo a piedi scalzi e che forse da qualche altra parte non lo lascerei neanche giocare se non strettamente sorvegliato perche' i parchi sono infestati di rifiuti e siringhe e.
E mi godo i preparativi per i vari ritorni a casa, la corsa a prendere regalini, la voglia di mangiare quel gelato speciale o anche solo di sedere in cucina a bere un caffe' che come lo fa la mamma non lo fa nessuno. E se devo aspettare 5 mesi per essere in quella cucina, allora li aspetto e tengo duro. E non mi sento sfigata, perche' avere la possibilita' di sedermi al tavolo di marmo di mamma ne vale la pena.
Sorridiamo. La vita ne vale la pena.
La mancanza di sonno mi rende poetica.
L
sabato 20 dicembre 2008
Stress da ritorno
Lo stress da ritorno si puo' manifestare in determinati modi: c'e' chi diventa iperattivo, chi si distacca dalle attivita' quotidiane per pensare unicamente ai preparativi di rientro e chi - come me - va in letargo. Non riesco a muovere un passo. Devo fare le valigie e non le tocco. Ho preparato le medicine ma sono ancora vicino al lavandino in cucina perche' mi sembra ci sia troppo da fare, e non combino nulla. Ogni volta che passo di fronte alla stanza delle valigie mi viene un brivido, mi dico "tanto in cinque minuti le chiudi" e passo oltre. Magari ora vado e chiudo la porta, cosi' mi risparmio la frustrazione di vedere quella boccona rossa della mia Samsonite.
Alle 11 e passa di mattina del giorno precedente la partenza sono qui con Strega, mentre Papa' e Buzz vanno a tagliarsi i capelli. L'unica in pigiama della famiglia, anche se con unghie smaltate di rosso e piega fresca di ieri pomeriggio.
Ma che me ne faccio della piega quando ho sette mesi di ricrescita?
E le unghie sono cortissime, perche' la mia tiroide le distrugge ancora piu' del solito.
E la pelle per la prima volta in vita mia fa schifo (adolescenza in ritardo?).
E in piu' sono grassa. Me lo ha detto anche la padrona di casa, che non mi vedeva da un po' ed e' rimasta sconvolta da come sono brutta e grassa e che ho fatto ma non allattavo mica io?
Si che allatto. Ma ho l'Hashimoto, e sono tutta sgarrupata.
SE QUALCUNO OSA FARE COMMENTI SU COME SONO MESSA PRENDO UN AEREO IMMEDIATAMENTE E ME NE TORNO IN CINA SENZA NEANCHE RIPENSARCI UN SECONDO.
Alle 11 e passa di mattina del giorno precedente la partenza sono qui con Strega, mentre Papa' e Buzz vanno a tagliarsi i capelli. L'unica in pigiama della famiglia, anche se con unghie smaltate di rosso e piega fresca di ieri pomeriggio.
Ma che me ne faccio della piega quando ho sette mesi di ricrescita?
E le unghie sono cortissime, perche' la mia tiroide le distrugge ancora piu' del solito.
E la pelle per la prima volta in vita mia fa schifo (adolescenza in ritardo?).
E in piu' sono grassa. Me lo ha detto anche la padrona di casa, che non mi vedeva da un po' ed e' rimasta sconvolta da come sono brutta e grassa e che ho fatto ma non allattavo mica io?
Si che allatto. Ma ho l'Hashimoto, e sono tutta sgarrupata.
SE QUALCUNO OSA FARE COMMENTI SU COME SONO MESSA PRENDO UN AEREO IMMEDIATAMENTE E ME NE TORNO IN CINA SENZA NEANCHE RIPENSARCI UN SECONDO.
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Non so se sono capace
Ci sono cose per cui uno e' portato. Poi ci sono cose dove invece fai schifo. Quando purtroppo fai schifo in cose importantissime, all...
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Piccolo Post da mamma sconvolta: Tomas si e' innamorato dei Teletubbies... e non ha neanche mai visto il cartone (ok, glielo ho comprato...
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Mi sono innamorata. L'ho visto nell'antiquario dove ho ordinato il regalo di compleanno di Papa' Gambalunga e non ho saputo dire...
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Se non fosse che quando leggo notizie come quelle del Corriere di ieri ( http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_07/biancaneve-ninfomane...