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venerdì 7 maggio 2010

Amore su un filo di seta

Chissa' se la gente sa di essere amata.
Ogni tanto ci penso, e penso a tutte le persone a cui ho voluto bene nella mia vita.

Come nonna Sofia, per esempio.
Da quando e' nata Sophie - che poi un po' ci assomiglia veramente - ho il suo nome sempre sulle labbra, e penso a quanto mi avrebbe sgridata, quando mi avrebbe insegnato, come sarebbe stata contenta dei miei bambini, la mia nonna.
E penso a quanto l'ho amata, e spero lei sapesse quanto e' stata importante per me. Quanto mi ha insegnato, nonna! Cose stupide, ma che tornano in mente all'improvviso, e sai che sono parte di te come i peli sulle braccia o la fossetta di quando sorridi.
Il passato di verdura che faccio per Buzz la sera, la mela grattuggiata, l'uovo sbattuto a merenda. Ogni volta e' come se anche lei li potesse abbracciare, i miei bambini. E poi, fa caldo e cammino scalza, e la sua voce mi romba immediatamente in testa "non girare a piedi nudi che prendi freddo!". Oppure, come stamattina, entro in ascensore e mi rendo conto che la mia t-shirt e' veramente scollata (probabilmente acquisto di un periodo d'allattamento): " dove vai fuori cosi', metti in mostra tutta la mercanzia!".
Ho riso per dieci minuti di fila, nonna.
Chi lo dice piu': la mercanzia?

Tutto esiste sempre, dentro al cuore. Riemerge a pezzetti.
Nessuno viene dimenticato.

E allora oggi lo grido forte, a tutti voi che avete messo la tacchetta dentro di me: alla mia mamma che non ho potuto festeggiare, al mio fratellino che i bimbi adorano, alle mie amiche panzute per cui vorrei essere zia Lau e a tutti gli altri: il mio amore corre, come su un filo di seta.

E non importa dove siamo, sento il vostro di rimando, ogni volta che ne ho bisogno.
Il mio cuore condivide anche se non lo sapete, quando assaggio un piatto che so e' il vostro preferito, se vedo in vetrina una borsa che so avreste comprato, quando i bambini vi nominano e guardiamo le vostre fotografie.
Ogni tanto fa male, ma anche bene.

E' bello che l'amore possa correre su fili di seta.

domenica 21 marzo 2010

Progetti


"Ma quando sono grande che cosa divento?"

"Non so amore, che cosa vuoi diventare?"

"Intendo dire, divento un papa'?"

"Si, se avrai dei bambini diventerai un papa'."

"E papa', che cosa diventa quando io divento un papa'?"

"Beh, papa' diventa un nonno."

"E cosa succede ai nonni?"

"Succede che hanno dei bei nipotini..."

"Oh... e Strega, che diventa Strega?"

"Beh, lei sara' zia... e intanto che ci siamo: io divento nonna!"

"Eh no, eh, tu rimani la mia mamma!!!"


Poi lo sento parlare in bagno con suo padre:


"Papa', quando io divento papa', tu poi sei un nonno... ah ah ah!!!"

"Si, Buzz, ma non e' un po' troppo presto, vabbe' che ti vuoi sposare a 5 anni..."

"Beh, no, avrei cambiato idea: mi sposo a 10 anni, perche' se non so i numeri non mi danno i soldi in banca.
Ma senti, sai che i miei bambini staranno nella pancia di Raperonzolo? Ah ah ah!!"

PGL cerca di cambiare discorso: "E quanti bambini vuoi?"

"Un maschio che chiamo Nicholas e una femmina che chiamo Bella. Senti come suona bene: Bella, come here!"

"Anche i nomi... non e' che c'entra tua mamma?"


Ovviamente io non c'entro, e lui lo sa.
Come se ci fosse bisogno di imboccarlo, Buzz.


"Un'altra cosa, papa'..."

"Dimmi..." (esasperato)

"Ma quando io mi sposo, tu dove vai a vivere?"

"Buzz, il discorso e' dove vai a vivere tu, dove sto io sono fatti miei!"

"Allora, ti spiego: i miei bambini li voglio italiani, quindi devono nascere in Italia. Poi io sto in questa casa, la mamma deve stare con me... ma tu dove ti mettiamo???"

"Maaaaaaaaaaaaaaaammmmmmmmaaaaaaaaa!!!"


Io non c'entro. Lo giuro. Non c'entro.


giovedì 11 febbraio 2010

Sopravvivenza all'inverno Suzhouese

E' ritornato il freddo. Un freddo cane, che quando dico "cane" abbaia pure.
Stamattina nevicava palle di ghiaccio, tictictic sull'ombrello mentre accompagnavo Buzz all'autobus maledendo la Tartaruga Golosa da rifocillare all'altra estremita' di Horizon e la Zia Nutella che mentre io sto qua al gelo a rifocillare tartarughe prende il sole a Cebu.
"Mamma, ma e' neve?"'
"Pare grandine, un po'".
"E cosa e' la grandine"
"Come ghiacciolini che scendono dal cielo".
Buzz ride a crepapelle... "magari e' Dio che ci lancia i popcorn!!"

Che trovate allucinanti, il mio ometto. E domani parte nonna, e avremo tutti il cuore un po' spezzato. Non riesco ad immaginare di stare qui per tanto tempo senza di lei, e non riescono ad immaginarlo neanche i miei bambini. Buzz non vede il motivo del suo rientro. Strega non vuole piu' l'ayi ma solo lei.
Sopravviveremo?
Per renderci il distacco piu' dolce, PGL ha prenotato una vacanza ad HK. Disneyland per il capodanno cinese... chissa' che bello!

PS: questa settimana abbiamo anche recuperato la signora Liu, con Tongtong e le sue saghe famigliari. "Meno male che ci ha invitato a pranzo e non e' stagione di granchi". Ho detto con un sospiro di sollievo - ricordando le colazioni a base di granchio barbuto i primi mesi di gravidanza con Sophie.
Al ristorante thai i granchi si servono anche fuori stagione... e voglio vedervi a succhiare chele immerse nel curry!!!

lunedì 29 giugno 2009

Ma quanta vita ci sta in una giornata a Suzhou?







Sono le cinque di mattina quando sento un urlo provenire dalla stanza dei bimbi. Impossibile. oggi non c'e' scuola e li ho messi apposta a letto due ore dopo il solito. Lo strillo si fa piu' acuto. E' Streghetta e pare disperata e a me non resta che sperare che Papa' Gambalunga faccia qualcosa visto che lui in piedi lo e' gia'. Nulla.
Mi alzo di malavoglia e lo trovo ancora attaccato alle sbarre del lettino. Lui, Buzz.

"Mamma, mammina, me e la mia sorellina non abbiamo piu' sonno! Buongiorno!"

Papa' Gambalunga pare sparito; so che c'e' perche' lo sento ma non si fa vedere... io prendo le due creature e mi butto a letto, lottando e sperando che si addormentino ancora per un po'.

Oggi con le speranze siamo partiti male.

Mi alzo. Taglio la torta che ho fatto ieri notte per colazione e ci sediamo tutti e tre al tavolo a raccontarci storie. In soggiorno pare che sia appena scoppiata una bomba. Il bagno non e' da meno e cosi' pure le camere da letto. La cucina e' decente solo perche' ieri sera pizza da Mario's, cosi' vi ripongo i piatti della colazione, giu' nel lavello, tanto per mantenere la media.

Cambio pannolino, cerco vestiti, preparo la bambina.

Sedo l'animo del piccolo di fronte ad un cartone di fate e lo lascio in mutande ancora per un'ora mentre cerco di fare un po' di ordine prima che arrivi la Tata Imbranata.

La Tata Imbranata tarda... le avevo detto che poteva fare con piu' calma, visto che non c'e' scuola, ma e' gia' in ritardo di due ore! Mi maledisco per aver lasciato capacita' di interpretare ad un cinese e inciampo in un pezzo di costruzioni.

Mi preparo e preparo Buzz, che e' d'accordo con me sulla maglia di Topolino regalata da Nonna Sgarrupina. Rendendomi conto che Buzz possiede all'incirca 40 t-shirt, colgo l'occasione al balzo e ne butto una decina delle meno popolari in una busta da consegnare alla domestica di una conoscente rumena, che va in cerca di vestiti per suo figlio di 4 anni.

Arriva Tata con mille sacchi di frutta e verdura e comincia a riempirmi la testa di cifre e colori. Le do un paio di dritte su dove riporre la roba e su cosa prepararmi per la cena e, afferrando i pupi, me ne esco con un "ci vediamo a pranzo".

Per strada incontro zia Nutella, che tutta allegra sotto la pioggia propone una gita all'Auchan con i bimbi. Ora, premetto che l'Auchan di Suzhou e' paragonabile solo al settimo girone dell'Inferno Dantesco - quello dei violenti: nonnine si picchiano per la promozione dell'olio, mamme usano bimbi come scudo nella lotta a chi si accaparra il maiale macinato e tutti - ma dico tutti - spintonano per capire cosa ha nel carrello l'occidentale. Sono mesi che mi rifiuto di entrarci, all'Auchan, sopportando le spesso malriuscite spese online. Eppure, forse per stanchezza, mi sembra un'idea perfetta, tanto piu' che l'hanno raddoppiato di dimensioni dall'ultima volta che l'ho visto, l'Auchan. Chissa' quanto sara' lunga la coda per le uova!

Arrivati all'Auchan Buzz diventa malinconico. I baskettini delle promozioni sono come quelli dell'Auchan di Nonna, la zona elettrodomestici e' proprio come quella di Nonna. Mi fa spostare tutta la mercanzia per sedersi in fondo al carrello proprio come lo fa sedere la nonna e cerca disperato le giostre e il banco del Granbiscotto. Riusciamo a sedarlo solo con un ventaglio con l'ologramma di una tigre e uno yogurt da bere. Strega dorme quasi tutto il tempo e la spesa si fa.

Nello scendere dal taxi, al nostro rientro, ci troviamo di fronte alla famiglia Zhang: Luke Falco, Dolly Fatina e il dolce Baby Noah sono venuti a trovarci!
Entrano in casa, Luke ha i piedi neri ma non oso dire nulla perche' mi mette in mano un'anguria e distribuisce fiaschette di grappa del suo villaggio. Un liquore prezioso e introvabile, che ai tempi era il preferito dell'Imperatore!
Ripongo le fiaschette e mando Tata in cucina a tagliare l'anguria. Cerco di non guardarla in cagnesco visto che la casa e' il cesso che ho lasciato questa mattina e che l'ho beccata sul fatto a rientrare insieme a noi da chissa' dove!

Accorgendoci che sono quasi le dodici, zia Nutella ed io ci facciamo forza e proponiamo una spaghettata! Basilico del mio terrazzo, pomodori della Tata e spaghetti Zara... che profumino!

Noah va a nanna nel letto di Sophie e noi tutti ci mettiamo a tavola a far cagnara succhiando spaghetti e progettando business di basilico cinese e ricette di cucina alternativa.
Dopo pranzo Buzz e Luke si mettono a guardare i cartoni e giocano un po' a fare kongfu. Noi donne godiamo dei muscoli del Falco che propone posizioni acrobatiche, e i bambini si fanno stanchi... il rituale della nanna viene rimandato ad oltranza perche' Noah non si veglia e poi quando si sveglia deve venire di nuovo allattato e poi piove e.

Alla fine zia Nutella e Mamma Lau si dividono i bimbi e tutti a nanna!, poi di corsa a portare la spesa dall'altra parte di Horizon e di ritorno da me.

La casa continua ad essere un cesso.

Oggi non e' giornata neanche per Tata, pare proprio.

Disperata, prendo i miei poppi e li porto a passeggiare sotto la pioggia, consegno le maglie di Buzz alla Tata della consocente rumena e ci fermiamo a giocare con la sua bimba, che tira di continuo scarpe in testa ai miei figli, che di continuo vengono incitati a non reagire.
Torniamo a casa - che e' ancora un cesso ma la Tata e' scomparsa - e preparo le cotolette cosi' non si litiga a cena. Mangiamo di nuovo, sempre noi tre, e poi accendiamo un secondo i cartoni.

Arriva Papa' Gambalunga, che fa commenti su come di sicuro ci sono stati cartoni accesi tutto il giorno, e io sono pronta ad urlare, ma invece servo il chicken masala e poi comincio la routine della nanna e metto giu' i bambini.

Buzz va nel lettone con papa', quindi sto qui a scrivere al pc perche' la mia unica altra alternativa e' il letto durissimo di Buzz e non mi ispira per niente.

Intanto chiacchiero con chi c'e' e preparo traduzioni per la settimana.
Sono un po' stanca.

Ore dieci e mezza, mi ricordo dopo due settimane di strizzate di cervello essicato che Benigni si chiama Roberto. Lo scrivo a tutto il mondo su Facebook - chissa' che qualcun'altro ci perda le notti - e vado a nanna cercando di trovare la risposta all'ultimo quesito irrisolto. Qualcuno conosce il participio passato di "prudere"?

sabato 28 marzo 2009

Pacchi e pacchetti



Buzz ieri ha ricevuto un pacchetto dalla nonna. Abbiamo trovato il solito annuncio appeso alla porta, ad invitarci alla posta locale per ritirare una busta dall'Europa... e per la prima volta il mio cucciolo mi e' parso cosciente di questa cosa e l'ho visto crogiolarsi nell'attesa.
"Magari mi ha preso una pistola vera."
"Che cosa te ne fai della pistola vera?"
"Per uccidere i mostri, sai, quelli che vengono la notte quando c'e' buio."
"Non ci sono i mostri a casa nostra. Mamma chiude sempre le finestre."
"Ma magari passano da sotto la porta e salgono con l'ascensore."
"Se mai ci fosse un mostro in giro se lo mangerebbero, i cinesi. Stai tranquillo e niente pistole, che hai gia' quella di Buzz e quella dei pirati... e non sono vere, quelle?"
"No, non proprio... vedi, le mie pistole c'hanno il tappo e quando sparo non esce il fire (fuoco)."
Alle cinque di mattina era gia' in piedi, trepidante, e una volta ritirata la busta ha mollato tutto, incluse la sua tigre preferita e la torta al cioccolato appena comprata, e si e' catapultato da Starbucks. Presa posizione al nostro tavolo preferito - come ogni sabato in cui P.G.L. lavora e noi tre ci lasciamo andare a colazioni pigre e dolcissime - ha cominciato a scartare. Trepidante anche io, gli ho preso il pacchetto di mano per dividere la mercanzia... si e' ritrovato in mano un nuovo libro di "compiti" sugli animali del bosco e una Bibbia per bambini.
"Streghina, guardaaaaaaaaaaaaa! Guardaaaaaaaa! La nonna, la mia nonna mi ha mandato un regaloooooo!!"
"Sei contento amore?!"
"Si. Me sono felice. Me vuole bene molto molto alla mia nonnina".
Con una lacrimuccia e tanta nostalgia, ho cominciato a leggergli la storia di Gesu'. Buzz e' rimasto colpito da questa figura che ogni tanto gli viene nominata - tipo: se fai il birichino Gesu' piange - e che era tanto buona e che ha sofferto tanto a causa dell'ignoranza degli uomini. Aperta la pagina con la foto di Gesu' in croce e' sbiancato e mi ha chiesto spiegazioni. Ci ho messo tutta la mia memoria di catechismi e capacita' di addolcire materna e ho insistito piu' che altro sulla pagina seguente, dove Gesu' non era poi morto e in effetti poi vola in cielo.
"Come un supereroe?"
"Quasi".
"Mamma?"
"Dimmi, bestia."
"Me vuole mettere in corce Arthur, che e' sempre cattivo e mi morde all'asilo. Cosi' poi muore".
Oh mia. Ne abbiamo di strada. Ma tanta.

Il succo della storia non e' che Buzz e' in effetti sulla strada per il riformatorio, ma che Buzz ha cominciato a tessere il filo di seta. Quello che ci lega a casa. Quello che fa stringere il cuore quando si apre un pacchetto, perche' si pensa non al regalo, ma alle mani che lo hanno infilato nella busta. A quelle mani che lo hanno preso dallo scaffale, il libro. Allo scaffale stesso, anche quello familiare, della libreria vicino a casa. Al profumo e alla consistenza delle mani calde di nonna e alla voglia di farsi abbracciare.
La vita a volte non e' carina. A volte fa soffrire e quasi sempre non va come uno aveva sognato che sarebbe andata. Ma poi ci sono queste cose, che fanno sorridere e piangere allo stesso tempo. E allora ti dici che ne vale la pena.
Vale la pena di sentire la stretta al cuore. Vale la pena essere stanchi, distrutti, soli - a volte - e spaesati. Perche' poi non e' vero che si e' soli, e uno la forza la ritrova con un segno di amore mandato da lontano, che ti fa capire che c'e' qualcuno per cui vali la pena. Sempre. Qualcuno che ti pensa. Sempre. Qualcuno che e' casa. Sempre.
Siamo proprio fortunati ad avere una nonna cosi'.

giovedì 12 marzo 2009

Ciuciata viva

Mi sento ciuciata. Senza forza fisica e psicologica, sopravvivo alla vitalita' di Buzz e ai capricci sempre piu' incalzanti di Streghetta. Cucino per Papa' Gambalunga e per le expat fighe di Suzhou e ospito il famigerato baby group fingendo non chalance mentre cerco di nascondere perle di sudore da ultimo minuto.
Un giorno e' bello e quello dopo piove, ed e' anche solo questo un motivo di ansia. Non so cosa succedera' nella mia vita tra tre mesi e mi manca il respiro. Mi mancano le persone che amo e mi punge dentro. Mi rattristo di essere lontana quando sento c'e' bisogno di me e mi arrabbio con me stessa e con il mondo e odio questo perenne senso di colpa che mi divora.

Ci sono nata, con il senso di colpa, io. E' insito in me, attorcigliato ad ogni mia cellula in un groviglio di nodi di cui non si trova ne' capo ne' fine. Anche se so di essere innocente, a volte, ho sempre paura di aver commesso chissa' che oltraggi. A mia insaputa.
E' brutto vivere con il senso di colpa, perche' tutto il resto perde un po' senso. Perche' non si riesce ad essere felici se non si e' tranquilli e non ci si sente a posto con il mondo.

Io credo che si dovrebbero accettare le situazioni che non si possono cambiare e goderne i risvolti positivi, che in ogni situazione esistono se si sta un po' a cercare. Non sempre la vita e' perfetta e non si sa mai che cioccolatino capitera' quando si pesca dalla scatola (e io sono sfigata e mi capitano sempre quelli all'arancia o con mousse immangiabili. A me che piace nera e amara, la cioccolata), ma io credo fermamente che tutto capita per un motivo e se qualcosa capita vuol dire che siamo pronti ad affrontarlo. Credo fermamente che se uno si rompe una gamba e sta seduto a piangere con la sua gamba rotta in mano invece che correre all'ospedale allora non e' piu' un poverino. Credo fermamente che nessuna vita sia perfetta, che esistano pero' persone che ci lavorano, a rendere le sfighe un po' meno sfigate. Non vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e sono consapevole che a volte e' molto ma molto vuoto, ma se ci si lascia sopraffare dagli eventi allora nulla ha piu' senso.

Allora tiro un respiro fondo, caccio giu' il senso di colpa, la tristezza e la malinconia e mi dico che poteva andare molto peggio. Che non e' male vivere in questi residence pieni di shu shu vestiti da militari che vegliano sulla mia incolumita', che schiere di ayi tengono tanto pulito in terra che posso lasciare che mio figlio vaghi per il giardino murato in cui viviamo a piedi scalzi e che forse da qualche altra parte non lo lascerei neanche giocare se non strettamente sorvegliato perche' i parchi sono infestati di rifiuti e siringhe e.
E mi godo i preparativi per i vari ritorni a casa, la corsa a prendere regalini, la voglia di mangiare quel gelato speciale o anche solo di sedere in cucina a bere un caffe' che come lo fa la mamma non lo fa nessuno. E se devo aspettare 5 mesi per essere in quella cucina, allora li aspetto e tengo duro. E non mi sento sfigata, perche' avere la possibilita' di sedermi al tavolo di marmo di mamma ne vale la pena.

Sorridiamo. La vita ne vale la pena.
La mancanza di sonno mi rende poetica.

L

lunedì 4 giugno 2007

I miei estremi - e la mia nonna

Allora, come ben sapete non ho mezze misure. Non scrivo per due settimane, la testa come una tabula rasa, tutta presa a organizzare attivita' ricreative per il poppo (abbiamo una piscina sul balcone al decimo piano: pericolosissimo!!!), a cercare invano un lavoro, a tenere su una parvenza di normalita' nella mia vita... e poi... e poi vado in verbal diarrhea!
Oggetto di questo post e' la mia nonna Olga, che ho appena visto nel filmino (grande Mauro!) del suo ottantesimo compleanno, salire ma soprattutto scendere con un balzo dall'elicottero che l'ha portata ad esplorare la campagna torinese. Nonna: sei bellissima! Non ti vedevo ridere cosi' di gusto da tantissimo tempo e ho le lacrime agli occhi dalla commozione di aver visto la MIA FAMIGLIA tutta insieme. Mi brucia dentro non essere stata li' con voi, ma sai benissimo che vi ho pensato, ti ho pensato ogni minuto di quella giornata.
Vi penso ogni minuto di ogni giornata. E non vedo l'ora di rivedervi.

Notiziona BIS: ho lo stesso taglio di capelli della mia zia-fata madrina!

L

Non so se sono capace

Ci sono cose per cui uno e' portato. Poi ci sono cose dove invece fai schifo. Quando purtroppo fai schifo in cose importantissime, all...