"Sei la gioia grande della mia vita".
"Cosa vuoi dire?"
"Che se non ci fossi la mia vita sarebbe cosi' triste, ma cosi' triste che forse non varrebbe neanche la pena viverla..."
Sgrana gli occhioni, da sotto la coperta di Buzz:
"Scusa mamma..."
"Perche' scusa, tesoro?"
"Non ci vado piu'. Non voglio che tu sia triste... e allora quando vado a scuola per cosi' un lungo tempo tu stai tutta triste a casa?"
"Ma no, non preoccuparti! In fondo so dove arriva l'autobus, no? Quindi basta che mi metta li' all'ora giusta e tu torni sempre, vero?"
"Gia'. Non dimenticarti dell'autobus.Io poi torno li', tu devi stare tranquilla, ok?".
Ci siamo invertiti di ruolo. Un tempo, neanche tanto tempo fa, ero io che cercavo di spiegargli che all'asilo ci stava solo un po' e poi sarebbe tornato dalla mamma...
In fase di adattamento temporaneo, cercando un futuro che sia fatto per noi, stiamo a poco a poco amalgamandoci con gli autoctoni, e questo mi crea crisi di panico notturne.
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Ricomincio con panico e paranoie... se negli anni scorsi partivo con borse di parmigiano e prodotti body shop, settimana prossima mi vedrete...
wow...mi sono commossa
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