sabato 13 novembre 2010

Riflessione

Mi sento molto molto piccola e stupida a parlare delle sciocchezze della mia vita quotidiana di mamma in trasferta, soprattutto in questo momento storico in cui ci sarebbero milioni di argomenti seri di cui parlare. Bambine strangolate in casa, asili dell'orrore (ma vi immaginate?), poveri ragazzi che tentano il tutto per tutto su una gru nel centro di Brescia, uomini che vengono assolti dopo aver accoltellato per 60 volte la moglie, studenti incazzati perche' con le tasse universitarie alle stelle viene a loro tolto anche il diritto allo studio.

Il fatto e': io ci penso, alle cose brutte. Ci penso e scuoto forte la testa per farle uscire fuori, a volte. Per non far leggere l'ansia nei miei occhi ai miei nani, che vorrei veder crescere convinti che il mondo sia un pozzo di possibilita' e non un pozzo nero dove nascondere malefatte.
Sono sdegnata dalla bassa moralita' dei politici, mi vergogno spesso di amare cosi' tanto questo paese... che amo comunque moltissimo, anche ora che si sono accorciate le distanze e mi sono resa conto non essere tutto " sole, lago, serate con gli amici e colline verdi intorno a me".

Allora sto un po' zitta, in questi giorni.
Sto zitta e osservo, perche' paradossalmente ero arrivata ad un punto in cui la mentalita' cinese mi scorreva dentro liscia liscia e mi veniva facile interpretare gesti e situazioni. Mentre 
a Brescia, signori, continuo a sentirmi un alieno.

Non capisco la gente. Non riconosco la gente.
Gente chiusa verso il diverso, gente triste e rassegnata, gente arrabbiata.
Rimango anche ferita dalla gente, perche' questa dovrebbe essere la MIA gente.
Invece io sono l'argomento della giornata. Sulla mia vita e sul mio futuro si creano storie meravigliose o disastrose, a seconda del salotto in questione.

Dicono che mio marito si debba trasferire in Sudafrica.
Dicono che i miei figli siano dei poveri disadattati.
Dicono che sono cornuta e abbandonata.
Dicono tante cose, che mi pare di leggere Novella 2000.

Qualcuno un giorno disse: basta che di me si parli.
Io sorrido di un sorriso amaro e me lo ripeto come un mantra.

3 commenti:

  1. Il problema è che tornando dal mondo all'Italietta, si capisce purtroppo quanto la gente sia ristretta e attaccata alle sue idee, senza volontà di cambiarle. Io studio lingua cinese a Roma, vivo sulla mia pelle gli effetti di questo governo che è tale e quale a come vorrebbe che fossimo tutti noi: un branco di ignoranti, razzisti, col fucine spianato verso un barbone, con la Jeep grande per caricare le puttane, con la moglie perfetta che ti fa 100 corna, con la madre che al supermercato si vanta del figlio in "missione di pace" in Iraq. Questo mondo sta prendendo le distanze dalle TANTE persone aperte, dai cittadini del mondo che risedono in Italia. Cittadini che come me sceglierebbero la Cina o un altro paese per i loro figli. Un Saluto, ti capisco non sai quanto! Marisa ^^

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  2. Anche io che non mi sono mai spostata dal mio paesello ( in prov di Piacenza) mi sento un'aliena o a volte una deficente . Faccio la postina e sorrido spesso alle persone che incontro per la strada anche perchè col mio mestiere ne conosco tante . Sembra che il sorriso o il buongiorno dia fastidio. Io continuo imperterrita anche se motivi di tristezza o di incazzatura forse ne avrei più di loro . Non subiamo , facciamo qualcosa noi per cambiarli .
    Un abbraccio
    Rosi

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  3. Io sono convinta che quella che Marisa chiama "Italietta" esista un po' dovunque.
    In Irlanda sono stata avvicinata da una signora anziana e molto nobile nel parco piu' centrale di Dublino, su cui dava peraltro l'appartamento in cui vivevo. Bene, la signora in questione, sentendomi parlare con accento straniero, mi ha subito preso per una babysitter e chiesto da che ora a che ora mi occupassi del bimbo che portavo a spasso in passeggino: mio figlio!
    In Cina me ne sono capitate di cotte e di crude, e molte le trovate sul blog... e ogni volta che vado a trovare la mia famiglia inglese mi stupisco di come la provincia britannica sembra una foto presa dagli anni '50... ma se tutto il mondo e' paese, ogni posto e' speciale. Oggi sono andata a visitare case ocn mio marito e in 10 minuti ho fatto amicizia con il panettiere, la barista e un signore anziano in fila al bancomat. Domani magari incontro uno che mi manda a quel paese, certo... ma come respirano bene i polmoncini di Buzz da quando siamo a casa!
    SORRIDIAMO RAGAZZE. SIAMO NOI CHE FACCIAMO LA DIFFERENZA.

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