35 gradi senza ombra e con un’umidità’ che abbiamo preso ad uscire con maschera e boccaglio. Come dice Buzz: “sono tutto sweaty (sudato), andiamo a cercare un po’ di freschino. Vedi (mostrando il bracci otto grondante)? Mi sto sciogliendo”.
E dove si trova il freschino nella Suzhou di fine giugno?
Non al parco, ne’ vicino al laghetto. Le finestre al terzo piano le teniamo serrate perché non appena si aprono veniamo investiti dal muro dell’umidità’. Abbiamo provato, alla cinese, a tirarci su le braghe e ad arrotolare la maglietta in modo da lasciare scoperta una buona fetta di pancia, ma niente. Nulla aiuta. Ne’ il cocomero ghiacciato, ne’ la tisana di limonaria. Ne’ i mini-ventilatori da passeggio, ne’ l’acqua di rose vaporizzata sul viso. Bere bibite ghiacciate fa venire ancora piu’ sete, la birra e’ da escludere per le calorie, le docce si susseguono durante la giornata, tra un bagno di sudore e l’altro, ma danno veramente poco sollievo. Streghetta e’ in sciopero della fame e va avanti a beveroni, mentre a me neanche alla canicola viene in mente di rinunciare agli snack (sigh). Stamattina il piccolo Buzz ha provato a portarsi a spasso la sua pistola ad acqua e ad innaffiarmi ogni tre secondi con la 5100, pura acqua minerale tibetana. Niente.
Io continuo a ripetere che se Papa’ Gambalunga ci avesse permesso di comprare gli ombrellini di carta cerata, in Thailandia, forse per lo meno potremmo farci un po’ di ombra. Ma, ripeto, N-I-E-N-T-E.
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