L'attività ludica incoraggia o inibisce alcune abilità nei maschi e nelle femmine
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Pochi giorni fa mi sono ritrovata in mano un articolo che avevo salvato nei miei Documenti, secondo cui l’attivita’ ludica incoraggia o inibisce alcune abilità nei maschi e nelle femmine. A quanto pare, secondo uno studio di pedagogia inglese (Telegraph, 16 dicembre 2008) e’ proprio vero che le bimbe si dirigono tendenzialmente verso bambole e giochi morbidi, stimolano le abilità comunicative e introspettive, l'altruismo e la cura, mentre le costruzioni sollecitano la manualità e aiutano a risolvere i problemi. L’articolo proseguiva sostenendo che il colore preferito delle bimbe e’ il rosa, mentre ai maschietti vanno colori accesi che – non so per quale strana ragione – sembrano essere collegati con la capacità di risolvere problemi del maschio. Apparentemente anche i primati, messi nella stanza dei giochi, di dirigono verso Barbie o Lego a seconda del sesso… A questo punto mi sorge spontaneo mettere me stessa e il mio mondo di fronte ad un paio di spunti di riflessione:
1) se anche una scimmia capisce che il rosa e’ da femminuccie perché mio figlio invece si butta a pesce su ogni sua sfumatura? Anche in campo alimentare, se un succo, una caramella o una torta (ammetto di usare coloranti per dolci!) sono rosa, sono più buoni.
2) Colori forti = capacità di risolvere i problemi? Mio marito – l’ingegnere – che unicamente si veste di tinte accese, va in panico di fronte ad una sorpresina dell’ovetto Kinder. Il tecnico del telefono e’ dovuto venire 4 volte a guardare la scatoletta wireless per rendersi conto che bisognava cambiarla. Il marito di una mia amica pensa che i ghiaccini da freezer siano immortali e parte con la schiscia di riso che marcisce prima di pranzo credendo che la suddetta amica i ghiaccini li abbia aggiunti la sera prima. La capacità di risolvere problemi io la rapporto piu’ facilmente al fare tornare i conti di casa, alla quotidiana gimkana tra mercati per trovare gli ingredienti per un pasto semidecente, al viaggiare con un bambino nel marsupio e l’altro dormiente nel passeggino e sapere gestirsi tra borse, treni e il tutto senza perdere calma e sorriso. Mah.
3) Mia figlia, la principessa, a cui sono state già comprate un paio di bambole, viaggia con una macchinina veloce per manina. Alla sua bebè rosa piace solo dare il biberon, ma poi glielo ruba e fa finta di mangiare da sola. Le altre bambole le tiene nel letto Buzz, che inventa storie e ci parla notte e giorno.
In un angolo della mia mente però preferisco pensare di non aver seguito l’inconscia attitudine di molti a seguire un sentiero già tracciato nella scelta dei giocattoli e nella crescita dei figli, suggerendo tacitamente un ruolo e un comportamento fin dai primi anni di vita. E spero che cercando di non stereotipare i miei bimbi, io gli stia dando la possibilità di crescere come individui completi e a tutto tondo. Buzz può mettersi lo smalto e poi andare in giro con il costume da Uomo Ragno e i guanti da golf, e Streghetta ha una macchinina rosa e diecimila fiocchi per i capelli, e al parco giochi si arrampica dovunque come il peggiore sbirro. Il risultato tra 15 anni!
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