Buzz si addormenta dolce dolce, basta accarezzarlo lievemente nella stanza buia.Lei canta. Per ore, lei canta. Compone versi con le quattro parole che conosce e ripete, ripete, ripete.
“Mio aso (naso). Miiiiioooo ecchie (orecchie). Miiiiooo bocca (questa la sa)…”
Poi si gira un po’ a destra, mette la mano sulla guancia di suo fratello e “… miiiioooo… Tomat….”.
E’ in momenti del genere che uno capisce il senso della maternita’. Cosa veramente dona alla propria vita.
In fase di adattamento temporaneo, cercando un futuro che sia fatto per noi, stiamo a poco a poco amalgamandoci con gli autoctoni, e questo mi crea crisi di panico notturne.
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