martedì 24 febbraio 2009

Bambina dentro

Visto che non passiamo abbastanza tempo insieme, la sera leggo il blog di Zia Golosa (donne golose, su splinder), che per Buzz ormai e' "la zia Nutella".
Girando e girando, mi sono trovata di fronte ad un paragrafo "illuminante". Questo e' cio' che Zia Nutella dice quando parla di expat e Italia:
Per gli adulti è difficile....per noi dire Italia vuol dire tante cose contranti, molto spesso non ci sentiamo rappresentati, molto spesso non condividiamo le scelte del nostro governo, scendiamo in piazza nei momenti sbagliati, e troppi argomenti "delicati" sono diventati pane per giornalisti.
Quando i bambini dicono Italia, vogliono dire casa, amici, nonni, feste di Natale, estati al mare, vogliono dire gelato, vogliono dire oratorio la domenica prima delle lasagne, vogliono dire uscire di casa e parlare con tutti, vogliono dire pensare liberamente, vogliono dire pediatra con i lecca-lecca, vogliono dire cartoni animati in italiano e pizza il sabato sera, vogliono dire palazzi bassi e nuvole nel cielo, vogliono dire merende in giardino, vogliono dire passeggiate senza le auto, e andare da soli in bicicletta fino al parco...è la nostra stessa Italia, quella che ci fa tanto incazzare, quella che non sentiamo piu' nostra, quella che spesso ci lascia stanchi di reagire, quella che abbiamo un po' dimenticato.

Io quando penso alla mia casa la vedo cosi'. Come i bambini.
Mi vedo con gli amici di sempre, che si lamentano di riforme governative, tasse, crisi, buffoni al governo e decadenza generale... ascolto le chiacchiere come ascoltavo mamma e nonna chiacchierare in cucina, troppo impegnata a giocare per darvi peso. Intanto mi godo l'idea di esserci, ad ascoltare quelle chiacchiere. Sogno di guardare il telegiornale perche' ho nostalgia dello scorrere delle notizie riportate "all'italiana" (cosi' diversi i reportage della BBC. Mancano di fantasia, di colloquialita'), non vedo l'ora di ascoltare le battute del panettiere e attaccare bottone con qualsiasi persona voglia attaccare bottone: la vecchietta che va a farsi le ricette, la mamma di fronte alla Chicco, il gruppo di ragazzini che si fermano a scherzare con Tomas. Adoro uscire di casa. Chiacchierare. Penso all'Italia e sogno di vedere un blu blu blu o di passeggiare sul corso annusando nebbia e odore di caldarroste. L'Italia sono le ore in macchian per arrivare alle lasagne della nonna, le montagne innevate dello zio, il lago d'inverno e le strimpellate di Ago e Andrea di quando eravamo ragazzini. L'Italia e' il ricordo dei morosi, di Venezia e della vita universitaria, degli aperitivi interminabili e le pause caffe' in sala studio. L'Italia sa di te' in cucina con Mamma e Nat, di confidenze e di cose buone.
Forse dipende dal fatto che me ne sono andata presto, prima di disilludermi.

Non so.
Forse sono contenta di essermene andata prima di disilludermi. Perche' io vado a letto ogni sera e mi alzo ogni mattina con la voglia di Italia che mi brucia dentro, ed e' una voglia triste ma bella, che mi fa sentire di appartenere ad un luogo. Mi fa essere certa, non importa dove mi trovi o cosa faccia, che esiste un luogo che e' casa. Delle persone che sono famiglia.

1 commento:

  1. Bella questa Lau, mi hai commosso. Più che altro mi commuove pensare che ci sia ancora qualcuno che ha voglia di Italia perché questo paese va a rotoli. I lavoratori scioperano perché non sanno più come arrivare alla fine del mese e il posto di lavoro non ce l'hanno più. Giusto stasera ho visto un reportage dove la gente GRIDAVA alla telecamera esasperata dalla recessione. I governanti intanto non riflettono su come aiutare i lavoratori, ma pensano bene a come levare il diritto di sciopero. Gli stranieri qui sono perseguitati. Non li lasciano vivere in pace, mentre vorrebbero costringere a vivere una donna che è in coma da 17 anni. Stiamo andando alla deriva. Però siamo dei caciaroni simpatici, e quando c'è da trovarsi per un bicchiere di vino si dimentica tutto. Questa è una nazione schizofrenica. Non è più quella che hai lasciato anni fa. Ma è bello che quando torni per un po' tu riesca ancora a trovarci la poesia.

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